Il supermercato “A&O” chiuderà a fine agosto

SOTTOMARINA. Il supermercato A&O soccombe alla crisi. Il punto vendita chiuderà definitivamente il prossimo 31 agosto. Il calo dei fatturati ha portato la proprietà a decidere di abbandonare Sottomarina. La dozzina di dipendenti finirà in cassa integrazione per una anno, ma grazie ad un accordo appena siglato con i sindacati l’azienda ha assicurato una loro ricollocazione in altri punti vendita. Ad un anno esatto dalla chiusura del Mercatone Uno di Valli le organizzazioni sindacali si sono ritrovate a dover gestire un’emergenza simile per i lavoratori del supermercato A&O di via Tiglio.
Un punto vendita aperto da vent’anni che nell’ultimo periodo però, causa la crisi economica generale e probabilmente la concorrenza sempre più serrata di molti altri supermercati vicini, ha visto ridurre drasticamente i fatturati. «Stiamo seguendo la vicenda da mesi», spiega Andrea Stevanin della Fisascat Cisl di Venezia, «abbiamo avuto molti incontri con l’azienda (la Unicomm srl) per approfondire le motivazioni e le modalità della procedura di mobilità per i dipendenti che l’azienda ha avviato il 29 maggio scorso». Dato che la procedura di mobilità non si è conclusa con un accordo sindacale, nei giorni scorsi la Provincia (ufficio mobilità e controversie collettive) ha convocato la parti per vedere di trovare una mediazione. All’incontro hanno partecipato un rappresentante della Unicomm, Stevanin per la Fisascat Cisl, Emanuela Detti per la Uiltucs Uil e le rsa del punto vendita di Sottomarina.
«Siamo riusciti a trovare un accordo», spiega Stevanin, «i dipendenti saranno messi in cassa integrazione dal primo settembre per un anno durante il quale l’azienda si impegna a collocarli in altri punti vendita a tempo indeterminato in base ai posti che risulteranno vacanti e alle esigenze dei singoli lavoratori». La A&O in città non ha altre sedi quindi per i dodici lavoratori si aprono le strade del pendolarismo. «Purtroppo siamo di fronte una crisi pesante», conferma Stevanin, «ci troviamo sempre più spesso a gestire procedure di mobilità anche con grandi aziende. E la soluzione non arriverà di sicuro dall’apertura della Coop che si limiterà a dare occupazione a chi la perde in strutture più piccole che chiudono forzatamente. Abbiamo appena avuto l’esempio su Mestre con l’apertura della Nave de Vero. Non ha portato nuovi posti di lavoro, ha assorbito chi aveva perso lavoro in attività della zona». Intanto ad un anno dalla chiusura negli spazi del Mercatone Uno non è ancora arrivata nessuna attività a rilevaregli ampi spazi di vendita.
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