Il primo parroco straniero arriva a Santa Maria Formosa

VENEZIA. Dalla Polonia a Venezia. «Abbiamo qualcuno in comune: i Pontefici». Esordisce sorridendo don Piotr Mikulski che domenica 2, alle 10, farà l’ingresso solenne nella parrocchia di Santa Maria Formosa. «Sono il primo parroco straniero. Non porto un mio progetto ma sono a disposizione della diocesi lagunare, terra di missione». Alla cerimonia presenzierà monsignor Giuseppe Camilotto, arciprete della basilica di San Marco. Don Piotr, quinto di nove fratelli, è nato l’8 settembre 1976 a Radom, una cittadina a 100 chilometri a sud di Varsavia. Il prelato parla italiano, ebraico moderno, inglese, polacco, russo, spagnolo, ed è pronto alla nuova esperienza: « Non conosco la realtà della parrocchia. So solamente che là c’è tradizione, cultura, storia che bisogna rispettare e che la percentuale dei fedeli frequentanti è pari all’8 per cento». Don Pior evidenzia: «Tante persone si sono allontanate dalla Chiesa. Per noi questo è motivo di sofferenza. Durante un incontro il patriarca Moraglia mi ha invitato a cercare le pecore perdute». Tra i desideri del sacerdote: «Mi piacerebbe incontrare il fratello maggiore, il rabbino di Venezia». Una vocazione, quella di don Piotr, maturata a 17 anni, all’interno del cammino neocatecumenale. Numerose sono state le esperienze di evangelizzazione iniziate in Bielorussia e in Georgia. «In queste terre – spiega il neo parroco – ho toccato con mano la sofferenza e il bisogno che le persone hanno di Dio». Poi fu mandato in Israele, sul Monte delle Beatitudini nella Domus Galileae e a Gerusalemme. Qui ha frequentato lo Studium biblicum franciscanum, la Ecole biblique e i corsi di ebraico moderno. A Venezia è arrivato nell’ottobre 2006 come seminarista del seminario Redemptoris Mater di Varsavia. È stato ordinato sacerdote nel 2009 in Basilica, poi per quasi quattro anni cappellano ad Eraclea. L’ex parroco, il 75enne don Amedeo Trucolo, 50 anni di sacerdozio e 36 di ministero pastorale a Santa Maria Formosa rimarrà in un appartamento del patronato.
Nadia De Lazzari
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