Il porto di Imperia costa il carcere al «re» dello Stucky

Fermato a Imperia l’«imperatore» di Acqua Marcia, l’uomo che a Venezia ha ristrutturato qualche anno fa il Molino Stucky, trasformandolo in un moderno hotel a cinque stelle, pronto però ora a venderlo per una crisi di liquidità del suo gruppo. Nella città ligure ieri è stato infatti prima fermato dalla polizia postale e poi tradotto in carcere l’imprenditore Francesco Bellavista Caltagirone. Il reato che gli viene contestato è quello di truffa aggravata ai danni dello Stato e l’inchiesta riguarda la costruzione del nuovo porto turistico di Imperia, con l’obiettivo di chiarire le modalità di assegnazione della concessione delle aree alla ’Porto Imperia spa, titolare della della concessione demaniale per la costruzione. Una società rappresentata da una cordata di azionisti, ciascuno con il 33,3 per cento: il Comune di Imperia; l’Acquamare (società che fa capo appunto a Caltagirone) e un gruppo di imprenditori locali. Secondo il pm, non sarebbe chiara l’operazione di affidamento dei lavori, poi revocato alla società di cui fa parte anche il costruttore. Si parla di un’opera da oltre 120 milioni di euro. Il business dei servizi portuali e aeroportuali - più ancora di quello alberghiero - è quello in cui l’immobiliarista romano, cugino di un altro famoso imprenditore come Francesco Gaetano Caltagirone, si era buttato a capofitto negli ultimi anni, con il gruppo impegnato a Malpensa, Linate e nello scalo privato Ata a Milano, ma anche a Bologna, Venezia e Catania. I principali porti turistici in cui opera, invece, sono Imperia, Fiumicino, Siracusa, Civitavecchia. A Venezia l’Acqua Marcia non ha ancora completato l’intervento concordato con il Comune nell’area dell’ex Scalera alla Giudecca e collegato all’operazione Stucky, per la costruzione di nuovi alloggi, arrivato a circa il 70 per cento del totale, ma i lavori sono di fatto interrotti. Ritardi legati anche al fatto che da circa due anni il gruppo Caltagirone attraversa una grave crisi di liquidità. Il gruppo ha circa 960 milioni di debiti - possedendo però proprietà per circa 2,5 miliardi - e ha chiuso il suo bilancio 2010 con una perdita di 77 milioni di euro. In cassa c'era appunto liquidità fino al 31 dicembre scorso e poi bisogna prima vendere per andare avanti con nuovi interventi. Anche il Molino Stucky è per questo sul mercato e Acqua Marcia è pronto a venderlo se arriverà l'offerta giusta - come finora non è accaduto - ma l'ingegner Francesco Bellavista Caltagirone, potendo, metterà in vendita il settore aeroportuale - compreso lo scalo veneziano del Marco Polo di Tessera, dove opera l'Ata Ali spa, la società che all'interno del gruppo Caltagirone si occupa di assistenza a terra soprattutto di passeggeri di prima classe e di rifornimento carburanti - e i grandi alberghi siciliani, tenendo per ultimo il gioiello in laguna. Quella dello Stucky - ora gestito dalla catena Hilton - è una valutazione alta, di circa 400 milioni di euro, anche se a bilancio è iscritto a poco più di 300. Il grande hotel neogotico della Giudecca con annesso centro congressi è stato aperto dopo il 2007 - sottraendo l'edificio a un degrado pluridecennale - con una lunga e complessa ristrutturazione. L’arresto dell’ingegner Caltagirone apre ora una fase di grande incertezza per tutto il suo gruppo, dalle conseguenze non prevedibili in questo momento. In serata un comunicato del gruppo Acqua Marcia che esprime sorpresa per l’arresto di Caltagirone che ricorda sui lavori del porto turistico di Imperia: «Le risorse utilizzate per i lavori di realizzazione son interamente ed esclusivamente private (non c'e' un euro pubblico)».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia