Il maltempo non frena le occupazioni. Ora arriva l’appello di docenti e personale
I rappresentanti in cda e senato: «Come comunità accademica non possiamo restare a guardare»

Il maltempo non frena le occupazioni nelle università. Gli studenti cafoscarini hanno annunciato di voler continuare l’intifada fino al prossimo 22 maggio, quando si riunirà il senato accademico. Parallelamente, anche allo Iuav è nata un’occupazione pro Palestina, che si è così aggiunta alle altre due, una in sede centrale e l’altra a San Sebastiano.
Intanto, dopo i presidi e gli slogan degli studenti, questo venerdì mattina, è stato diffuso a tutta la comunità di Ca' Foscari un appello aperto a sottoscrizioni, i cui promotori si sono rappresentanti in senato accademico e CdA dei docenti, del personale tecnico amministrativo, dei lettori madrelingua, dei ricercatori, dottorandi e studenti.
«Come componenti della comunità accademica dell’Università Ca' Foscari Venezia assistiamo con dolore e angoscia a quanto si sta perpetuando nei confronti della popolazione palestinese, ai ripetuti bombardamenti che non hanno risparmiato neppure Rafah e le zone umanitarie o sanitarie previste dalle stesse forze militari israeliane» si legge nell'appello «Quel che è in atto è un vero e proprio genocidio e come comunità accademica non possiamo restare a guardare. In un quadro così drammatico, anche la conoscenza e l’autonomia accademica e di ricerca del popolo palestinese vengono colpite a morte, tanto che oggi nella striscia di Gaza, delle dodici istituzioni accademiche presenti fino ad una manciata di mesi fa, non ne è rimasta nemmeno più una funzionante».
L'intento dei promotori è quello di portare una serie di richieste in vista del prossimo senato, seduta in cui verrà peraltro presentata dalla governance di Ca' Foscari una mappatura di tutti gli accordi in essere con enti pubblici e privati connessi allo Stato di Israele e coinvolti in questa o altre operazioni belliche, come richiesto dagli stessi firmatari all'ultima seduta in CdA. Tra i punti, le richieste di rivedere il piano strategico di ateneo e il codice etico, al fine di prevenire la stipula di accordi con enti compromessi in operazioni belliche o di sfruttamento di risorse fossili; l'interruzione dei rapporti con le università israeliane che non hanno esplicitamente condannato i crimini contro l'umanità che stanno avvenendo nella striscia di Gaza e la stipula di accordi con le università della Striscia e della Cisgiordania, finanziando borse di studio a favore della comunità accademica palestinese.
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