Il Ghetto sotto scorta dopo gli omicidi di Tolosa
Sono state aumentate anche a Venezia le misure di sicurezza riguardo gli obiettivi sensibili collegati alla comunità ebraica. A causa dell’attentato di Tolosa, dove un simpatizzante di Al Qaueda ha ucciso tre bambini e un insegnante ebrei. Lo ha deciso il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal Prefetto Domenico Cuttaia. Già da venerdì la Guardia di Finanza, che ha la responsabilità della sicurezza permanente nel Ghetto, ha aumentato il livello di controlli con un numero superiore di passaggi delle pattuglie e una presenza maggiore di uomini. Il Prefetto, inoltre, accompagnato dal questore, dal comandante provinciale dei Carabinieri e della Guardia di Finanza hanno fatto visita alla comunità ebraica veneziana Amos Luzzato. I vertici delle forze dell’ordine e il massimo rappresentante dello Stato a Venezia hanno portato la loro solidarietà dopo la strage di Tolosa e anche in seguito alla pubblicazione della notizia dell’esistenza di una lista messa assieme da gruppi nazisti, in cui sono elencati uomini di cultura e personalità del mondo ebraico.
La situazione sul fronte del terrorismo e dei sentimenti anti-ebrei è «molto delicata, ci sono tensioni e quando è così magmatica tutto può accadere, ma non abbiamo motivi di dire che ci sia più allarme». A dirlo il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, dopo quanto accaduto a Tolosa e la presenza sul web di un sito con un elenco di docenti universitari italiani «accusati» di essere filoisraeliani. «Ci sono vari siti - dice il ministro - cerchiamo di comprendere meglio. Ciò che è accaduto in Francia è grave, lavoriamo anche su questo fronte con grande impegno».
«Le conseguenze di questi mostri del pensiero si vedono a Tolosa alla fine». Ha commentato due giorni fà il professor Dario Calimani, cattedra di letteratura inglese all’Università di Ca’ Foscari, il cui nome compare nelle liste antisemite di un sito razzista. «So di essere nella lista è quella che gira da tempo e che si rimpallano: ci sono dentro ebrei e non ebrei, è una lista presa da un appello firmato anni fa contro il boicottaggio delle università israeliane da parte di alcuni istituti accademici inglesi. Era un appello nel quale si protestava perchè il boicottaggio culturale non aveva alcun senso, non era certo una questione di lobby: c'erano firme di accademici ebrei e non ebrei, c’è perfino un famoso pianista russo - aggiunge Calimani - dichiararli tutti ebrei è anche un bel segno di ignoranza, oltre che di antisemitismo e razzismo».
Sulla presenza della lista nel sito razzista stanno ora indagando la procura della Repubblica e la Digos di Roma.
Carlo Mion
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