Il Concordia a Forte Marghera: mobilitazione per restaurare il trabaccolo

MESTRE. Il Concordia, il trabaccolo ultracentenario, da alcune settimane giace spiaggiato nella baia di Forte Marghera. Venerdì il Forte riapre al pubblico ma non nella zona della Baia. Per vederlo per ora occorre usare la barca. Ma in tanti si stanno mobilitando per salvarlo dall’inabissamento. Domenica 23 febbraio, alle 10.30 è stato organizzato un raduno di barche attorno alla vecchia nave in disuso, per tentare di sensibilizzare l’opinione pubblica per il suo recupero. La Canottieri Mestre dalle 9.45 mette a disposizione da Punta Dan Giuliano una imbarcazione traghetto per portare nella zona della Baia quanti vorranno partecipare alla mobilitazione. Paolo Cuman, socio della Canottieri e consigliere della Municipalità del Pd, è andato con la barca a remi a fotografare questo antico trabaccolo, imbarcazione della Marineria navale che ha la bellezza di 133 anni ed è stato radiato a Grado, dopo una vita di mare. Costruito nel 1910 a Pesaro, nel cantiere Storoni, ha una stazza di 26 tonnellate, una lunghezza di poco più di 17 metri, una larghezza di quasi 6 metri. Nella sua storia di imbarcazione da lavoro, per i trasporti di merci e legnami, ha passato tanti padroni: il primo fu Luigi Patrignani di Pesaro e nel 1923 fu acquistata da Marco Belemmi e Augusto Bracconi. L’ultimo suo proprietario è stato il veneziano Michele Tonolotto, che nel 2018 ha lanciato un appello minacciando di demolirlo per i costi eccessivi di gestione e soprattutto di restauro. A quel punto si era fatto avanti il museo navale di Battaglia Terme con Maurizio Ulliana. E l’8 febbraio scorso la grossa imbarcazione ha iniziato il trasferimento dalla Giudecca, dai cantieri Casaril, con il varo. Ma tutto si è fermato a Mestre. «Siamo intervenuti per salvaguardare almeno lo scafo. Riparate le falle principali, non potendo più occupare lo spazio in cantiere, lo abbiamo trasportato nelle acque placide della Baia di Forte Marghera e, nel frattempo, abbiamo attivato il Comune di Venezia, il sindaco, perché accolga lo storico Trabaccolo Concordia all’Arsenale, e interessi il locale Museo delle Imbarcazioni Tradizionali (MIT) per la sua tutela, come prescrive l’articolo 9 della Costituzione italiana», ricorda Ulliana dal sito sulle imbarcazioni veneziane.

La mobilitazione diventa bipartisan in città. Maurizio Crovato, giornalista e consigliere comunale della lista fucsia, sta cercando di smuovere le acque. Ha chiesto aiuto anche alla Regione Veneto. Ma l’assessore Federico Caner (Turismo) da una prima ricognizione spiega che i fondi europei non sono a disposizione e servirebbe un intervento del consiglio regionale per finanziare la legge sulle imbarcazioni storico, non finanziata da tempo. Crovato ha anche una idea: «Piuttosto di portarlo fino all’Arsenale, si potrebbe collocare il Trabaccolo nel capannone di Forte Marghera del museo delle imbarcazioni, che non è più attivo, e mobilitarsi per un restauro intelligente: per esempio i francesi ricostruiscono lo scafo, dal nuovo, e recuperano parti della imbarcazione storica, soprattutto legnami e fregi, inserendoli nella nuova. Si possono copiare da esperienze del Nord Europa dove utilizzano queste navi come imbarcazioni didattiche per spiegare ai ragazzini cosa era l’arte della Marineria. Credo che questa potrebbe essere la soluzione ideale», spiega. Ma ci vogliono fondi, che non sono poca cosa per imbarcazioni così grandi. Si parla di almeno 200 mila euro. Da qui l’appello anche alla città. —
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