Il Comune di Venezia “privatizza” il sottoportico. Ceduto per cinquant’anni al nuovo hotel

La società immobiliare Noah srl trasformerà Ca’ Da Mosto in albergo di lusso e ne farà uno spazio commerciale
L’area dell’antico Sotoportego Leon Bianco con l’annesso campiello, ora ricoperta dai ponteggi del cantiere
L’area dell’antico Sotoportego Leon Bianco con l’annesso campiello, ora ricoperta dai ponteggi del cantiere

VENEZIA. Il Comune “privatizza” lo storico ma fatiscente Sotoportego Leon Bianco, collegato a Ca’ Da Mosto, il più antico palazzo che si affaccia sul Canal Grande e lo cede in concessione per cinquant’anni alla società Noah srl, che sta trasformando l’edificio in un albergo di lusso e che utilizzerà il sottoportico e parte del campiello ad esso collegato, per farne uno spazio espositivo e commerciale riservato ai clienti del nuovo hotel, ma aperto anche al pubblico.

Ponteggi rimossi in Canal Grande per trasformare in un albergo di lusso Ca’ da Mosto, il più antico palazzo sulla via d’acqua. Il cantiere riguarda anche l’attiguo Palazzo Dolfin. A ristrutturare i due edifici dopo un laborioso restauro ancora in corso è, appunto, l’immobiliare Noah Srl, con sede a Mestre. Il bell’edificio affacciato sul Canal Grande risale all’inizio del XIII secolo (pur se rimaneggiato) ed è indicato dagli storici dell’architettura come uno degli esempi più antichi di casa-fondaco veneziana, con il suo portico per lo scarico-carico delle merci.

Un intervento da 8,7 milioni di euro, che fa seguito all’opera di consolidamento e restauro da 3 milioni di euro - curata da Lares - che negli anni scorsi, ha risanato il complesso.

Il cambio di destinazione d’uso del complesso residenziale ad attività ricettivo-alberghiera, risale però a molti anni fa - precedente alla giunta Brugnaro - ed in qualche modo, in questo caso, è un ritorno al passato: dal Cinquecento a tutto il Settecento, infatti, il palazzo fu utilizzato come albergo, il “Leon Bianco”, uno dei più famosi di Venezia, fondato nel 1661.

Nel piano delle alienazioni 2018-2020 il Comune aveva già inserito la vendita del sottoportico e di parte del sedime viario (142 metri quadri in tutto) alla Noah srl, per una cifra vicina ai 300 mila euro. Ma essendo vincolato aveva dovuto presentare richiesta di autorizzazione alla vendita alla Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale del Veneto, che l’ha bocciata.

Ma il Comune ha aggirato l’ostacolo, cedendo, su proposta dell’assessore al Patrimonio Paola Mar - alla società che costruirà l’albergo in concessione d’uso per cinquant’anni il Sotoportego Leon Bianco e l’area circostante, per un canone di 5300 euro l’anno, in cambio la Noah srl si farà carico di tutti gli interventi di restauro per renderlo nuovamente praticabile, per una spesa prevista di poco meno di 1,2 milioni di euro.

Una spesa che la società avrebbe comunque dovuto evidentemente sostenere, non potendo permettersi di lasciare l’area fatiscente accanto all’albergo extralusso che si vuole realizzare all’interno dell’antico palazzo, ma che diventa in base all’accordo raggiunto con il Comune l’occasione per rendere di fatto privata un’area dismessa ma di fatto do uso pubblico.

Il sottoportico, direttamente collegato al Canal Grande con il pontile su cui si affaccerà dovrà comunque essere messo a disposizione, se necessario di forze dell’ordine, vigili del fuoco e assistenza sanitaria, nonché per l’accesso di persone con disabilità. —

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