Il commercialista Clausi «Io, estraneo alle accuse»

venezia. Tacciono tutti, o quasi, gli indagati finiti in carcere martedì nell’inchiesta “Camaleonte”. E chi parla, lo fa sostanzialmente per dichiararsi estraneo alle accuse mosse dalla Dda. Ieri nelle carceri di mezza Italia sono stati celebrati i primi interrogatori di garanzia in rogatoria, dopo che mercoledì era stato sentito solo l’imprenditore Leonardo Lovo (avvalso), arrestato un giorno prima degli altri perché stava partendo per Londra, dove lavora.
Il consulente Donato Agostino Clausi, detenuto a Saluzzo, davanti al gip che lo ha sentito in rogatoria ha respinto le accuse, sostenendo la correttezza del suo operato professionale. Davanti al giudice anche Giuseppe Richichi, per gli inquirenti “il guardaspalle”, condannato nel processo Aemilia a 9 anni e 8 mesi e detenuto a Bologna, e Michele Bolognino, in cella di alta sicurezza nel penitenziario dell’Aquila: è considerato una delle figure apicali nell’inchiesta veneziana sulla ’ndrangheta.
In silenzio ieri Mario Vulcano, detenuto a Genova, Vito Gianni Floro a Bologna, Domenico Pace (agli arresti domiciliari), l’imprenditore Domenico Nardella (arresti domiciliari). Oggi sarà la volta, tra gli altri, dell’imprenditore Adriano Biasion, difeso dall’avvocato Fabio Crea, e di altri due indagati ritenuti di spicco, ovvero Sergio e Francesco Bolognino, il primo in carcere a Nuoro e il secondo a Crotone. Con Biasion si chiuderà il giro degli interrogatori agli imprenditori veneti. La linea comune dovrebbe essere quella del silenzio davanti a un gip che nulla sa di questa inchiesta, in attesa di poter parlare eventualmente con la sostituto procuratore Paola Tonini, titolare del maxi fascicolo. Difficile che gli indagati veneti possano negare le false fatture, tenuto conto dell’ampia documentazione in possesso degli inquirenti e delle nuove indicazioni che potrebbero emergere dal materiale sequestrato nel corso delle perquisizioni di martedì. La difesa, per quanto riguarda gli imprenditori, potrebbe puntare sulla contestazione dell’aggravante mafiosa che pesa in maniera importante sull’accusa globale.
Questa mattina a Venezia il gip Gilberto Stigliano Messuti, che ha firmato l’ordinanza, interrogherà gli indagati destinatari degli obblighi. Lunedì, poi, toccherà a chi si trova agli arresti domiciliari. Spazio quindi alle istanze al tribunale del Riesame. —
Rubina Bon
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