Il Bosco di Franca si arricchisce Mestre è più verde

MESTRE. È stato chiuso parecchio per i lavori, ma ne è valsa la pena: al Bosco Ottolenghi la nuova radura di Franca e le aree umide per la fitodepurazione delle acque in via Forte Cosenz, inaugurate ieri, è bellissima. Alla cerimonia, con il vicepresidente del Consiglio comunale, Domenico Ticozzi, hanno partecipato il presidente della Municipalità, Ezio Ordigoni, il presidente dell’Istituzione Boschi e Grandi parchi, Giovanni Caprioglio, il direttore del Consorzio Acque risorgive, Carlo Bendoricchio, Vera Jarach, mamma di Franca, “desaparecida”, appena diciottenne, negli anni Settanta, durante la dittatura militare in Argentina, e quattro classi del quarto anno del Mozzoni. «Questa cerimonia», ha sottolineato Ticozzi, «sancisce il proseguimento di un percorso virtuoso intrapreso dall’amministrazione che ha fatto sì che in pochi decenni Mestre, da città italiana con meno verde pubblico, sia diventata ricca di parchi».
L’opera, finanziata da Regione e Comune per una spesa di quasi 1.400.000 euro, è suddivisa in tre unità: la zona umida Ottolenghi (in cui è stato rinaturalizzato il canale Cucchiarina con piante erbacee capaci di assorbire e trasformare le sostanze ricche di fosforo e azoto dei fertilizzanti usati in agricoltura), la zona umida forte Cosenz, (in cui sono stati creati due bacini d’acqua alimentati dal Dese, con funzioni di sicurezza idraulica) e la radura di Franca, vicino al bosco che porta dal 2006 il suo nome, che è stato pure aperto al pubblico (una grande area, realizzata col materiale di riporto dei due bacini, ricca di verde e attraversata da un percorso ciclopedonale). «Oltre al tema della sicurezza idraulica», ha aggiunto Caprioglio, «c’è il nuovo paesaggio che il bosco, assieme ai grandi parchi, sta conferendo alla città di Mestre».
«La zona umida creata», ha spiegato Bendoricchio, «verrà utilizzata anche a scopo didattico per la sua valenza ambientale». «Franca», ha raccontato agli studenti Vera Jarach «aveva in mente un progetto di grandi cambiamenti sociali, per migliorare la nostra vita». I ragazzi lasciato tra i rami degli alberi dei bigliettini coi loro pensieri.
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