I profughi protestano. Cacciati dalla struttura

MIRA. Il 24 ottobre scorso i richiedenti asilo ospitati a Malcontenta di Mira avevano inscenano una protesta davanti all’ex ristorante “Bepi el ciosoto”, ora trasformato casa di accoglienza. Avevano interrotto il traffico per protestare contro le condizioni in cui dovevano vivere e avevano alzato la voce contro alcuni addetti all’accoglienza che li avevano chiusi in camera con i lucchetti alle finestre.

Ora sui responsabili della protesta, 15 richiedenti asilo, si abbatte la scure della prefettura. Contro queste persone il prefetto Domenico Cuttaia ha emesso 15 provvedimenti: a 5 profughi è stata revocata la qualifica di partecipante al progetto d’accoglienza, 10 invece sono stati colpiti da provvedimenti di diffida e rischiano la revoca al mimimo errore.
L’esclusione dal progetto comporta l’abbandono da parte dei richiedenti asilo della struttura dove erano ospitati: ora devono mantenersi esclusivamente a proprie spese. Lo stesso provvedimento di revoca sarà inserito nel fascicolo che sarà valutato dalla commissione preposta al momento di stabilire se concedere o meno a tali persone lo status di rifugiato.
Soddisfatto il sindaco di Mira Alvise Maniero. «Quando parliamo di comportamenti scorretti», spiega Maniero, «ci riferiamo a interruzioni del traffico, mancato rispetto delle più elementari regole di convivenza e mancato rispetto nei confronti degli addetti. Ma dal giorno in cui la Prefettura ha preso tali provvedimenti gli altri ospiti hanno cambiato completamente atteggiamento e ora le cose vanno decisamente bene».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia