Grandi navi a Venezia, Il 5 aprile i "giganti del mare" tornano in Bacino San Marco

Il primo transito sarà della Msc Preziosa di 140 mila tonnellate, poi toccherà alla Costa Fascinosa. Previsti 21 passaggi fino al weekend di Pasqua. Il governo non trova ancora un’alternativa
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VENEZIA. Le primi navi da crociera - con la riapertura della bocca di porto del Lido, interdetta per tutto l’inverno e fino al 4 aprile per i lavori del Mose - faranno la comparsa già il primo aprile con la Serenissima, che attraccherà, però, a Porto Marghera, come vorrebbe avvenisse sempre il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni. Ma è solo da sabato 5 aprile che torneranno a sfilare in Bacino di San Marco le Grandi navi, pienamente “riammesse” in laguna dalla sospensiva concessa dal Tar al ricorso presentato da Venezia Terminal Passeggeri contro i limiti di tonnellaggio imposti dal Governo e dall’ordinanza impegnata dalla Capitaneria di Porto. La prima, che giungerà in Marittima alle 8 del mattino - per ripartire alle 16.30 - sarà la Msc Preziosa, con le sue 140 mila tonnellate di stazza. Il 7 aprile, alla stessa ora, toccherà alla Costa Fascinosa, un altro “gigante” del mare” che sfilerà davanti a piazza San Marco con le sue 114.500 tonnellate. Previsti 21 transiti in Bacino fino al weekend di Pasqua.

Tutto come prima, perché è crollato il fragilissimo impianto normativo che aveva previsto la riduzione del 12 per cento del traffico delle navi da crociera a Venezia e i limiti di tonnellaggio stabiliti per il 2015 dalla stessa Autorità portuale di Venezia, che vietavano l'ingresso dalla bocca di porto del Lido alle navi di stazza superiore alle 96 mila tonnellate. A legittimare il tutto, era stato un comunicato stampa del Governo e dei ministri competenti di Infrastrutture e Ambiente (sic!) e quindi un “dispaccio” del ministro Maurizio Lupi che aveva invitato la Capitaneria di Porto di Venezia a emettere un’ordinanza in merito.

Neppure l’ombra di un decreto - come è stato per il Clini-Passera, che aveva stabilito l’estromissione delle grandi navi da San Marco non appena fosse stato individuato e realizzato un passaggio alternativo - e l’impianto (e l’ordinanza della Capitaneria) è caduto alla prima verifica giuridica, appunto quella del Tar, richiesta dalla Venezia Terminal Passeggeri. La stessa cosa dovrebbe avvenire per l’altra ordinanza della Capitaneria, quella che individua - su input del ministro Lupi - lo scavo del canale Contorta-Sant’Angelo come il progetto alternativo al passaggio delle grandi navi, da privilegiare. E il “mandante” in questo caso sarà lo stesso Comune di Venezia, che ha promosso il ricorso, con Orsoni che continua a chiedere al Ministero dell’Ambiente - che per ora tace - se lo scavo di quel canale sia ammissibile sul piano giuridico e ambientale.

La palla è perciò tornata al Governo, e allo stesso Lupi con il nuovo collega dell’Ambiente Gian Luca Galletti, che ribadendo il no programmatico, ma per ora solo virtuale, al passaggio delle grandi navi in Bacino di San Marco, promettono tempi rapidi per la scelta del progetto alternativo. Di ciò che potrà avvenire, riferiamo a parte. Ma intanto? In attesa che a giugno il Tar si pronunci nel merito dell’ordinanza, qualsiasi progetto alternativo per il passaggio delle navi da crociera verrà scelto - anche il meno impattante e più reversibile - impiegherà almeno un paio d’anni per arrivare in porto (è il caso di dirlo). Impensabile per il Governo - anche per non perdere la faccia su una vicenda che ha ormai un rilievo internazionale - non fare nulla nel frattempo, anche se la riduzione del 12,5 per cento dei passaggi delle Grandi navi da San Marco nel 2015 dovrebbe essere confermato nei fatti secondo Vtp - dal fatto che le compagnie di crociera si sono in parte già organizzate diversamente. Torna perciò a circolare l’idea - già propugnata dall’ex ministro dell’Ambiente Andrea Orlando - dell’adozione del numero chiuso .

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