Grande folla ai Frari per l’ultimo saluto ad Antonio Casellati avvocato e sindaco

Alzaremi della Bucintoro in segno di saluto all’arrivo Le ceneri saranno custodite nella tomba di famiglia ad Adria
Interpress\M.Tagliapietra venezia 19.09.2020.- Funerale Antonio Casellati. Frari.
Interpress\M.Tagliapietra venezia 19.09.2020.- Funerale Antonio Casellati. Frari.



Addio al sindaco galantuomo. Una grande folla ieri mattina nella Basilica dei Frari ha dato l’ultimo saluto ad Antonio Casellati, avvocato e sindaco della città dal 1988 al 1990, morto lunedì all’età di 92 anni. La bara ricoperta di fiori è sbarcata alle 10,30, salutata dall’alzaremi dei vogatori della Bucintoro, società a cui Casellati era iscritto da sempre.

Picchetto d’onore dei vigili urbani, che hanno scortato il feretro fin davanti all’alta maggiore. I gonfaloni della città e del Partito repubblicano. Due realtà a cui Casellati era stato sempre fedele nella sua vita. La moglie Paola, i figli e i nipoti. E una comunità di persone stretta intorno a un uomo che ha lasciato un segno di grande umanità e professionalità.

Tra il pubblico molti colleghi avvocati, dirigenti del Comune, l’ex sindaco Giorgio Orsoni e il vicesindaco cesare De Piccoli negli anni della giunta rossoverde. La vicesindaco di oggi Luciana Colle con fascia tricolore, l’urbanista Vezio De Lucia, gli amici velisti con cui condivideva estati nelle acque dell’Adriatico. Casellati era un grande appassionato di vela, già presidente della Compagnia della Vela con sede a San Giorgio – ieri non rappresentata – e del Diporto Velico.

Un personaggio di grande livello, che ha tracciato una parte di storia recente della città. Primo assessore all’Ecologia d’Italia, negli anni Settanta, poi presidente per tre anni del Piano comprensoriale, tra gli artefici della scrittura della prima legge Speciale nel 1973. Con l’intuizione che l’unico modo di governare un sistema complesso e fragile come la laguna era quello di avere una visione unitaria. Principi scritti e in parte mai applicati. Come quelli di perseguire il disinquinamento prima delle grandi opere, il riequilibrio della laguna e la lotta al moto ondoso. Fu il primo in Italia a emanare la coraggiosa ordinanza che metteva al bando in laguna i detersivi al fosforo e i sacchetti di plastica. A battersi a fianco del suo maestro, il professor Bruno Visentini, contro quell’idea di Expo in laguna portata avanti dagli industriali e dall’alleanza Dc-Ps di Gianni De Michelis. Battaglie in laguna, ma soprattutto Strasburgo, dove il Parlamento europeo aveva votato una risoluzione contro l’Expo, costringendo il governo italiano a fare altrettanto.

Uomo apparentemente mite ma dal carattere deciso, Tenace nel perseguire gli obiettivi, votato alla causa del bene comune e del servizio alla città.

Avvocato di fama con studio a Sant’Angelo, aveva esercitato fino a pochi anni fa, combattendo una malattia che lo aveva reso progressivamente cieco. Non per questo rinunciava alla compagnie e alle gita in barca a vela.

Ieri la testimonianza di affetto della sua città. Con un cerimonia semplice e religiosa, nel grande scenario della Basilica di Frari dove sono sepolti Tiziano e Canova.

Dopo la cremazione, com’era sua volontà, le ceneri saranno trasferite nella tomba di famiglia dei Casellati, che si trova ad Adria. —

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