Furti dappertutto, in 15 patteggiano 28 anni

Ventotto anni di carcere in quindici. Questa la pena complessiva patteggiata dagli indagati della banda che ha svaligiato orafi e appartamenti nel nord Italia. Molti di loro partivano per i colpi dal villaggio sinti di via Vallenari. Tutti hanno patteggiato la pena con il pubblico ministero di Venezia Massimo Michelozzi. Ecco l’elenco: Gaetano Braidic un anno, due mesi e quindici giorni di reclusione, Gianni Braidic sei mesi e 20 giorni e 400 euro di multa, Massimo Braidic tre anni e quattro mesi e 800 euro, Mauro Braidic tre anni e 1.200 euro, Natalino Braidic tre anni e nove mesi e mille euro, Massimiliano Braidic un anno e 700 euro, Tamara Colombo un anno e due mesi e 400 euro, Mafalda Cuomo un anno e un mese e 400 euro, Michele De Bianchi un anno e due mesi e 300 euro, Veli Dervishai un anno e mezzo e 850 euro, Gianluca Dissegno un anno, sette mesi e 10 giorni e 500 euro, Franco Gabrielli un anno e mezzo e 600 euro, Marsel Gabrielli un anno e otto mesi e 400 euro,Manolo Hudorovic tre anni e tre mesi e 950 euro e Gerardo Kegazzi un anno e quattro mesi e 900 euro. L’unico a non patteggiare è stato il bergamasco Pietro Ranieri per il quale il giudice veneziano Daniela Defazio, dopo aver letto le sentenze per gli altri, si è dichiarata incompetente ed ha inviato gli atti al Tribunale di Bergamo.
Una decina degli indagati erano residenti nel villaggio di via Vallenari ed erano stati arrestati alla fine dello scorso settembre per associazione a delinquere finalizzata ai furti. Secondo i carabinieri veneziani, l'organizzazione era professionale: gli “anziani” specializzati nel derubare rappresentanti orafi, i più giovani (quattro minorenni) a farsi le ossa nei furti in abitazioni di tutto il nord Italia, leggi Veneto, Lombardia, Trentino e Friuli. Gli uomini a fare i colpi, donne e ragazzi impegnati nei pedinamenti delle vittime. Nomadi di etnia sinti con cittadinanza italiana i ladri, italiani di Marghera, Brescia e Bergamo i tre ricettatori, avrebbero messo a segno una ventina di furti ai danni di rappresentanti orafi e una cinquantina di colpi in appartamento, per un bottino del valore complessivo stimato in oltre un milione di euro in gioielli, Rolex e danaro.
La vicenda, nei giorni degli arresti, non aveva mancato di rinfocolare le polemiche del periodo in cui era stato costruito da parte del Comune il villaggio per i sinti: si era formato un Comitato di cittadini che non lo voleva.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia