Funzionario della Regione si lancia dalla finestra

Un funzionario della Regione Veneto, impiegato nel settore dei lavori pubblici, è morto mercoledì sera a Venezia dopo essersi lanciato da una finestra del bagno del terzo piano di palazzo Linetti, sede del suo posto di lavoro. A far scattare l’allarme alla polizia, pochi minuti dopo le 21 dell’altro giorno, è stato il responsabile della cooperativa delle pulizie che si occupa della sede della Regione di Calle Priuli, nel sestiere di Cannaregio. Il responsabile della cooperativa lo ha trovato riverso a terra nel cortile e già privo di vita, tra il chiosco e le impalcature alzate per alcuni lavori di muratura.
La vittima, Luciano Cortese, funzionario di 51 anni, poco prima aveva mandato un messaggio alla sorella che, preoccupata per il contenuto e per il fatto che il fratello non rispondeva più ai suoi numerosi tentativi di contattarlo, aveva avvisato la polizia. Sono stati i poliziotti della squadra volanti e della squadra scientifica a raggiungere il civico 99 di calle Priuli assieme al medico del 118 e al medico legale.
Secondo gli accertamenti eseguiti della polizia, che ha parlato anche con la sorella, non ci sono dubbi sul fatto che si sia trattato di un gesto volontario, riconducibile a motivi personali e non professionali. Luciano Cortese era diventato dipendente della Regione nel 2002, dopo aver lavorato per alcuni anni anche come vigili urbano a Padova, città nella quale viveva. Negli uffici di palazzo Linetti, dove gli amici e i colleghi amici lo ricordano come una persone cordiale e professionale, era il responsabile del settore Affari generali e contenzioso, esperto di contratti e bandi di gara, ed era stato membro dello staff impegnato per risolvere i problemi delle alluvioni che hanno colpito il Veneto nel 2007 e nel 2010. Come consulente aveva invece lavorato per svariate amministrazioni pubbliche del Veneto come Vigo di Cadore, per la centrale elettrica della Val Piova, o San Martino di Lupari per la realizzazione di una piscina.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia