Favaro, pagano il viaggio in Kenya ma la vacanza è annullata

FAVARO. Un altro caso di viaggio fantasma. E, anche qui, com’è successo a un’altra ventina di persone, tutelate dall’Adico di Mestre, al centro c’è l’agenzia di viaggi Jumeira Travel spa in via San Donà 305/c, a Carpenedo. L’ultimo caso riguarda due coniugi di Favaro, lui M.V., di 52 anni, e lei, D.L., 48 anni, difesi dall’avvocato Michele Bianchini, con studi a Mestre e Treviso. I due decidono, nella prima metà dell’anno, di concedersi una vacanza in Kenya.
Si rivolgono, agli inizi di giugno, all’agenzia di viaggi Jumeira Travel. Dopo aver parlato con una delle due proprietarie, Elisabetta Mestriner, propendono di acquistare un pacchetto turistico di un tour operator, denominato Swan Tour, marchio di proprietà dell’Alpitour Viaggi. Il pacchetto comprende la fruizione di un periodo di vacanza dal 30 luglio al 14 agosto nella struttura “Jacaranda Beach Resort Watamu” in trattamento “soft inclusive”, in camera tripla, a fronte di un prezzo complessivo, per tre persone, con la figlia, di 6.680 euro, compresi i trasferimenti in aero da Milano a Mombasa e ritorno. Il 13 giugno viene consegnato ai coniugi il prospetto riepilogativo ed è richiesto il pagamento dei 6.680 euro, di cui 680 subito e i restanti 6.000 entro il 30 giugno.
La titolare della Jumeira Travel non consegna il contratto di viaggio, ma rassicura marito e moglie sul fatto che i documenti, relativi alla prenotazione della struttura, i biglietti aerei e le carte d’imbarco sarebbero giunti in debito anticipo rispetto alla data di partenza. Il 26 giugno M.V. effettua il pagamento del saldo sul conto corrente, indicato dalla Jumeira Travel. Non viene, però, consegnata alcuna fattura e, soprattutto, continuano a non arrivare i documenti a comprova dell’avvenuta prenotazione né tanto meno i biglietti aerei. Con il passare dei giorni, l’assenza di qualsiasi documentazione ufficiale comincia a insospettire i coniugi di Favaro. Ogni volta che marito e moglie telefonano in agenzia, Elisabetta Mestriner sostiene che non c’è nulla di cui preoccuparsi. Il giorno prima della partenza, la titolare comunica che, per un problema con l’aereo, fermo a Cuba per riparazioni, la vacanza è da considerarsi annullata.
L’avvocato Bianchin ha deposita una querela alla Procura della Repubblica, ipotizzando il reato di truffa secondo l’articolo 640 del codice penale. Il legale ha anche diffidato l’agenzia di viaggi a restituire i 6.680 euro e ha chiesto il risarcimento del danno da vacanza rovinata. Il numero di telefono dell’agenzia di viaggi di Carpenedo risulta inesistente e, anche al cellulare, il contatto è irraggiungibile.
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