Famiglie veneziane in affanno
Reddito annuo a 30 mila euro lordi. «Difficile tirare a fine mese»
Mettici il mutuo della casa, la spesa settimanale, le bollette. Mettici, magari, i libri per i figli, il bollo e l’assicurazione della macchina, il canone tv. Mettici qualche imprevisto, come il dentista, il medico, la rottura della caldaia. Mettici tutte questa cose in un solo mese e la domanda sorge spontanea: può una famiglia vivere con un reddito lordo annuo di 30 mila euro, 2 mila euro netti ogni trenta giorni? Arduo, si dirà. Al limite dell’impossibile. Eppure, in media, sono proprio questi i guadagni di gran parte (due su tre) delle oltre 300 mila famiglie veneziane. Anzi: secondo i dati del centro studi Sintesi di Mestre, la situazione in Provincia è ancora più difficile. La ricchezza (sempre in media) per ogni nucleo si aggira attorno ai 29 mila euro. In questa cifra vengono comprese famiglie monoreddito o con più redditi. Tant’è. La realtà che emerge in laguna, seppur complessa e variegata, si conferma per molti aspetti preoccupante. Molti i genitori costretti a fare i salti mortali per crescere i propri figli con 2 mila euro netti al mese. Tante anche le coppie impossibilitate a mettere su famiglia e a comprare casa. Se non si può ancora parlare di povertà diffusa, poco ci manca.
I conti.
Insomma, guardando i dati 2006 del centro Studi Sintesi di Mestre, si capisce quanto reale sia il dramma delle famiglie che non arrivano all’ultima settimana del mese. In Provincia ogni nucleo, in media, guadagna meno di 2 mila e 500 euro lordi mensili. Una cifra per lo più scaturita da due redditi che si aggirano, ciascuno, attorno ai mille euro netti. In questi calcoli, chiaro, ci sarà chi guadagna molto di più; ma anche chi prende decisamente meno. E, alla fine, su oltre 300 mila famiglie presenti in laguna, è lecito pensare che almeno due su tre appartengano alla seconda categoria. Ecco dunque spiegate molte cose: la difficoltà nei pagamenti del mutuo, il ricorso sempre più frequente al credito al consumo, il crescente indebitamento, l’insolvenza.
I divari
. Nel Veneziano, poi, le differenza fra Comune e Comune sono enormi. Così, facendo finta che non esista l’evasione fiscale e che quindi tutte le dichiarazioni dei redditi siano veritiere, la realtà che emerge è alquanto variegata. Mirano, nei dati del centro Studi, risulta il territorio più ricco. Le famiglie, nel 2006, hanno dichiarato redditi superiori ai 30 mila euro. Pari a quasi 2800 euro lordi al mese. Guadagni non certo da «nababbi», però ben superiori a quanto dichiarato dai nuclei dell’ultima della classe: Caorle. Qui, infatti, siamo al limite della sussistenza. Nel 2006 le famiglie hanno dichiarato in media poco più 22 mila euro: 1800 euro lordi al mese. Davvero una miseria.
Redditi
. Guardando invece al guadagno procapite, che tiene conto di tutta la popolazione (neonati e bambini compresi), la classifica del Comune più ricco è guidata da Venezia, con oltre 14 mila euro lordi. Anche in questo caso, però, stiamo parlando di guadagni che si aggirano attorno ai mille euro netti mensili. Pochi, per vivere nel sistema dei consumi. A conti fatti, insomma, in laguna «sarebbe necessaria una politica riservata alle famiglie». Lo dice a chiare lettere Katia Ventura, ricercatrice del centro Studi Sintesi. «Il Governo sta prevedendo un allargamento della cosiddetta no tax area - spiega Ventura - con un sistema di deduzioni che riguardano il singolo contribuente. Tutto ciò torna di certo utile, ma in laguna sarebbe meglio prevedere un sistema che premi il reddito familiare. E’ chiaro che da noi ci sono molti nuclei con figli o pensionati a carico. D’altro canto, abbiamo un elevato tasso di anzianità, soprattutto in centro storico». Troppo marcati anche i divari fra Comuni e Comuni. «I primi dieci territori più ricchi ruotano attorno al cosiddetto corridoio 5 - continua Katia Ventura -. Un progetto che, pur tra mille difficoltà, prosegue senza sosta. I più poveri, invece, sono collocati sulla Romea. Là dovrebbe nascerela Romea commerciale. Il timore è che la Provincia si trovi con due realtà sempre più distanti.
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