False compravendite, condannata

CHIOGGIA. Pesante condanna, ieri, per la chioggiotta Clara Tiozzo Brasiola (58 anni), accusata di aver truffato numerosi concittadini: il giudice monocratico del Tribunale di Venezia Enrico Ciampaglia l’ha condannata a tre anni di reclusione e al pagamento di una multa di mille 500 euro. Inoltre, dovrà risarcire le parti civili per una cifra che toccherà al Tribunale civile stabilire, nel frattempo dovrà versare una provvisionale di complessivi 86 mila euro n (50 mila ad uno, novemila ciascuno ad altri quattro). Sul banco degli imputati c’era anche il 46enne Daniele Zatta, rappresentante legale della «Mediterranea srl», che però è stato assolto per non aver commesso il fatto (era imputato di concorso in una delle cinque truffe contestate all’altra imputata).
La Tiozzo era accusata di essersi inventato cinque storie diverse per altrettanti clienti, tutte circostanze in cui si presentava come agente immobiliare: i fatti erano accaduti tra gli anni 2007 e 2008. Nella prima si era spacciata come agente di «Progetto Casa», un società immobiliare con una sede anche a Chioggia, mentre in realtà non ricopriva alcun ruolo nell’agenzia immobiliare in questione. Aveva fatto credere a Rosa T. che avrebbe venduto la casa dove abitava e con il denaro della vendita avrebbe acquisito un nuovo appartamento che doveva essere costruito in via Madonna Marina. La donna avrebbe, come ha poi fatto, dovuto versare 25 mila euro per la differenza tra l’acuisto per 230 mila euro e la vendita per 205 mila. Qualche tempo dopo aveva prospettato alla signora difficoltà burocratiche per risolvere le quali le aveva chiesto altri tremila euro. Infine, era riuscita a vender l’appartamento di Rosa T. per 170 mila euro senza consegnarle un euro e la nuova casa non era mai stata costruita. A Primo B., invece, si era finta un’agente della «Blue Agency» e gli aveva proposto l’acquisto di una casa in Vicolo Gelsomino, anche questa avrebbe dovuto essere costruita. Il cliente, come caparra, le aveva consegnato diecimila euro, ma in seguito la donna non si era più fatta viva. Ad Alberto C. invece, si era presentata come agente della «Mediterranea» e aveva proposto l’acquisto di un appartamento per il quale il cliente aveva versato assegni per 40 mila euro: per rendere più credibile la compravendita gli aveva addirittura mostrato il progetto della casa in costruzione e fatto firmare un preliminare di acquisto. Ad Antonello M., titolare di un’impresa edile, invece, aveva commissionato lavori di restauro di un’immobile per 36 mila euro, soldi che poi non avrebbe mai versato. Infine, sempre facendosi passare per un’agente della «Blue Agency» aveva firmato un preliminare di compra vendita per una villetta che doveva essere edificata a Brondolo, promessa a Michele P., il quale alla firma dell’atto aveva consegnato 20 mila euro in assegni, ma in quel caso i proprietari del terreno neppure erano a conoscenza della vicenda.
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