Estorsione: un anno e 10 mesi
Alessandro Boscolo Sesillo ha patteggiato la pena

Il Gup Giuliana Galasso
VENEZIA.
Tentata estorsione e minacce a ben tre trentenni di Chioggia. Questa la pesante accusa di cui ha dovuto rispondere ieri il 38enne chioggiotto Alessandro Boscolo Sesillo. Al termine dell'udienza il giudice veneziano dell'udienza preliminare Giuliana Galasso ha letto la sentenza: un anno e dieci mesi di reclusione con la sospensione grazie alla condizionale. Il difensore, l'avvocato Marco Zanchi, ha raggiunto l'accordo sulla pena con il pubblico ministero Giorgio Gava e così l'imputato ha potuto patteggiare, usufruendo dello sconto di un terzo sulla pena finale previsto dal codice per chi fa risparmiare tempo ed energie. Tra l'altro, aveva in parte risarcito i danni subiti dai tre. Tutti i fatti sarabbero accaduti tra l'estate del 2008 e il 19 marzo di due anni fa a Chioggia. L'imputato avrebbe avvicinato S.M., che conosceva, e gli avrebbe chiesto ben cinquemila euro. «Se non me li dai ti spacco la bocca» lo avrebbe minacciato. Stessa sorte sarebbe poi toccata agli altri due, anche se sulla cifra Boscolo Sesillo aveva fatto uno sconto. A S.G. ne aveva chiesti duemila di euro e anche a lui avrebbe detto: «Se non me li consegni ti spezzo le braccia e le ginocchia». Infine, ad A.B. avrebbe chiesto soldi senza precisare la cifra, ma facendogli capire che gli avrebbe «tagliato la gola» se non avesse aderito subito alle sue richieste. Nessuno poi ha pagato, denunciando invece alle forze dell'ordine i fatti. Il motivo che ha mosso il trentenne chioggiotto a minacciare i tre e soprattutto a chiedere soldi non è mai stato chiarito fino in fondo, certo è che le testimonianze delle parti offese erano univoche e concordanti, sarebbe stato dunque difficile per Boscolo uscire pulito nel caso il suo difensore non avesse trovato l'accordo con il rappresentante della Procura per un pena sotto i limiti previsti dalla sospensione condizionale. Pare, comunque, che l'imputato addebitasse ai tre la colpa di averlo coinvolto in un'indagine per consumo di sostanze stupefacanti e che volesse rifarsi su di loro facendo sborsare ai tre cifre considerevoli.
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