Elena Segato lascia la giunta

Chioggia. Casson rammaricato. Il Pd polemico: «È la conferma che il sindaco non sa fare squadra»

CHIOGGIA. Elena Segato lascia la giunta Casson. Dopo nove mesi l’assessore, che deteneva le deleghe a demanio, ambiente e frazioni, ieri mattina ha protocollato le dimissioni per motivi professionali e personali. La Segato spiega che non poteva più dedicarsi al 100 per cento al ruolo di assessore e non voleva tradire la fiducia accordata, ma fuori dal Palazzo il Pd interpreta l’uscita di scena come un “fallimento” del nuovo progetto politico del sindaco.

«Mi sono sopraggiunti impegni di lavoro che mi assorbiranno tempo e energie» spiega la Segato, «non potendo più dedicarmi come volevo alla “missione” di amministratrice preferisco lasciare. Ringrazio il sindaco per la fiducia che mi ha dato, l’esperienza che ho vissuto mi ha insegnato tanto».

Le deleghe per il momento rimarranno in capo al sindaco. «Prendo atto della decisione di Elena Segato con grande rammarico» ha detto a sua volta il il sindaco, «la ringrazio per il lavoro svolto fin qui con passione, entusiasmo e altruismo per perseguire il bene della città. Il suo contributo è stato importante seppur nel breve periodo. Non ci sono ragioni di natura politica nella sua scelta, visto che l'incarico era prettamente tecnico, e rispetto le sue decisioni. Rinnovo la mia stima nel confronti di Elena, che sicuramente in un futuro, con l’esperienza maturata e con le sue grandi capacità personali, quando la situazione lavorativa e personale glielo permetterà, potrà essere una figura importante per la città».

Diversa la lettura del Pd. «Dopo le dimissioni della segretaria generale», commenta il segretario Christian Boscolo Papo, «ora se ne va anche un assessore, ulteriore riprova dell’incapacità del sindaco di fare squadra. Questo crea una perdita di credibilità nei confronti di questa illegittima maggioranza che si dimostra inadeguata a affrontare i piccoli temi figuriamoci i grandi problemi della città». «Il Pd locale non rende onore alla storia del primo partito in Italia», ribatte Casson, «ancora una volta evita di affrontare le questioni che riguardano la città, temo per mancanza di idee, per tornare sulle vicende di Palazzo. Torni il Pd, se ne è capace, ad occuparsi di politica e si metta al servizio della collettività evitando episodi di bieco sciacallaggio politico».

Elisabetta Boscolo Anzoletti

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