È morto Mario Albanese pittore di volti e sapidi paesaggi

L’atmosfera surreale di questi giorni di calura sarebbe piaciuta a Mario Albanese, il pittore dei colli di Montegalda, scomparso ieri all’età di 79 anni, a seguito di una lunga malattia. Un manierista moderno Mario Albanese, che aveva colto la lezione degli impressionisti, vedutisti, fino a far suo lo stile romantico e figurativo. Un uomo di terra, perché la terra lui la coltivava e come enotecnico ne condivideva le sorti con gli agricoltori che, ripeteva, «m'insegnavano a comprendere le tante sfumature della mia terra…». Era nato a Conegliano nel 1933, terra di vigne e vino, ma soprattutto culla di quel mirabile “pintor” che fu Cima da Conegliano. È da quel sapere antico dello stendere il colore che Mario Albanese, forma il suo stile artistico. E lo fa come si conviene a chi è un pittore per natura o meglio per vocazione, data la sua formazione da autodidatta. A quindici anni la sua prima tela, gelosamente conservata nella sua casa di Montegalda in via Marcoline, con il primo degli interminabili paesaggi che lo accompagneranno fino alle opere ultime. È nella Marca Trevigiana che impara a conoscere la terra, a coltivarla fino a diventare tecnico del vino. Ma sembra non bastargli questo, così il vero Albanese torna al colore. Alle vedute sul paesaggio, talmente convincenti che i critici lo seguiranno con attenzione. Nel 1961 sceglie Montegalda come sua dimora. Non solo vedute. In pochi anni si afferma come ritrattista. Memorabile il ritratto che fece del poeta Zanzotto. Commissioni importanti gli arrivano poi dal mondo della lirica coi ritratti di Domingo e Pavarotti. Nel 1971 decide di aprire la a Vicenza la galleria “Ponte&Albanese Arte”. Successivamente con l’inseparabile moglie Diana, sempre a Vicenza apre uno spazio d’arte e cultura ancora più ampio e vivace a Ponte degli Angeli, attività che durerà fino al 1993. Il giovane Vittorio Sgarbi era di casa a Montegalda, così come Zanzotto, Baldini ed altri. Ma Albanese rivela anche la sua qualità di fotografo, passando disinvoltamente dalla pittura alla luce. È così anche per le sue nature morte, fusione di foto-grafia e pittura-grafia. Perfette, quasi maniacali nei dettagli. Poi il ritorno al paesaggio, «il suo unico grande amore» come lo ricorda chi gli è stato accanto. Oggi alle 10 presso il Municipio Villa Gualdo di Montegalda, le esequie civili per rispettare la volontà del pittore.
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