È morto l’artista Bobo Ivancich, stroncato dalla leucemia

VENEZIA. Pittore, discendente di una nobile famiglia, amico di intellettuali e artisti. È morto martedì 8 marzo, a soli 53 anni, Bobo Ivancich, conosciutissimo in città per il blasone della sua famiglia e la sua arte iper-realistica. Da circa un mese, Ivancich era ricoverato in ospedale per l’aggravarsi della leucemia. Ieri pomeriggio, il decesso.
Bobo Ivancich De La Torriente, madre cubana e padre di origine croata, si era dedicato all’arte fin da ragazzo e, con gli anni, aveva consolidato la sua fama, partecipando a collettive e personali in giro per il mondo ed eseguendo opere per committenti internazionali. Il suo palazzo dietro piazza San Marco aveva ospitato qualche anno fa una parte della mostra di Vittorio Sgarbi, “Spoleto incontra Venezia”.
Una vita, quella di Ivancich, contrassegnata dalle amicizie dei genitori - la madre Cristina Sandoval De La Torriente, marchesa, cubana, discendente del braccio destro di Francisco Pizarro, e il padre Gianfranco Ivancich, conte e banchiere - che contavano, tra i tanti, Ezra Pound, con il quale a sette anni giocava a scacchi; e una zia con la quale Ernest Hemingway avrebbe avuto un flirt poi raccontato in “Di là dal fiume, tra gli alberi».

Già da ragazzo, Bobo Ivancich aveva deciso che gli studi di Economia non facevano per lui e che avrebbe fatto l’artista. A 18 anni, Evelyn Lambert, collezionista e grande amica di Peggy Guggenheim, gli compra due tele e da quel momento in poi il giovanissimo pittore che c’era in lui non si ferma.
Diventa amico di Gino De Dominicis e Mario Schifano, le sue opere iniziano a girare per le gallerie di Venezia (tra cui Open di Paolo De Grandis) e del mondo. Sempre più spesso Ivancich va a New York ma a Venezia ritornava sempre, non fosse altro che per prendere l’aperitivo all’Harry’s bar. I funerali si celebreranno domani a Portogruaro.
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