È a rischio il centro per i disabili

Il centro diurno dovrà lasciare Sant’Alvise. La protesta delle famiglie dell’Anffas
L’area di Sant’Alvise potrebbe ospitare in futuro appartamenti in social housing. L’amministrazione non esclude che si possa riflettere su un progetto già esistente dalla scorsa giunta, ma senza mandare via i servizi già presenti, come il centro diurno per disabili. Tuttavia in questi giorni il destino di Sant’Alvise è riemerso per una questione che sta a cuore all’Anffas Venezia (associazione nazionale famiglie di persone affette da disabilità intellettiva o relazionale), presente in Italia con 168 associazioni, incluse le 16 in Veneto. Domani scade infatti un bando per la gestione del servizio per disabili diurno. La particolarità è che nel bando si chiede anche lo spostamento della sede attuale ubicata a Sant’Alvise in un altro posto del centro storico.


L’Anffas avrebbe voluto partecipare al bando, ma per legge i centri diurni devono garantire 20 metri quadrati a persona. Impossibile trovare a Venezia un altro centro da 500 metri quadrati. Oggi le persone che ne fanno uso sono 16, ma in futuro ne sono previste dalle 25 alle 30. Un altro punto del bando che i familiari dell’Anffas contestano è quello del bando a ribasso: «La Regione Veneto ha fissato per legge i parametri per queste strutture, uniformandole in tutto il Veneto» spiega Renato Susanetti, portavoce dell’Anffas Venezia «Un bando destinato a una fascia così delicata di persone non può essere al ribasso, ma dovrebbe puntare sulla qualità degli operatori e delle offerte proposte. All’inizio molte famiglie hanno chiesto a noi di partecipare, ma dove lo troviamo un posto così grande nel centro storico di Venezia? Abbiamo provato a chiedere al Comune se ci concedeva l’immobile, ma ci ha risposto di no e che avremmo potuto chiederlo soltanto quando si fosse liberato».


L’immobile dove l’Asl 3 Serenissima ha il centro diurno è infatti di proprietà del Comune che però non ha richiesto nessuno sgombero.


«Per una questione di trasparenza amministrativa e di correttezza nei confronti di tutte le altre associazioni che potrebbero voler partecipare a un eventuale assegnazione, non abbiamo potuto darlo all’Anfas» spiega la vicesindaco Luciana Colle «Non ne sappiamo nulla del bando fatto dell’Asl 3». Per quanto riguarda il social housing Colle non esclude che in un futuro si potrebbe intervenire nell’area: «Abbiamo scoperto di recente che c’erano già delle ipotesi di social housing» conclude «ma per adesso dobbiamo ancora metterci mano».
(v.m.
)


Riproduzione riservata © La Nuova Venezia