Due colombacci “adottati” dal quartiere

Mirano. Salvati da un nido quando erano pulcini, ora accettano cibo solo da chi li ha nutriti e cresciuti

MIRANO. I residenti adottano un nido di colombacci: i pennuti crescono, spiccano il volo, ma ogni giorno tornano dalla loro famiglia adottiva “umana”. Ha del tenero la storia che arriva dal quartiere Rosselli di Mirano, zona impianti sportivi. In realtà si tratta di un comportamento comune nel mondo animale, dove esemplari cresciuti in cattività continuano a riconoscere come padre o madre chi li ha nutriti e accuditi. La vicenda però non ha mancato di far sorridere i miranesi: a raccontarla sono alcuni residenti di via Rosselli, protagonisti volontari di questa storia. Lo scorso 18 luglio è stato tagliato un pino marino nell’area verde del quartiere. Durante i lavori, il giardiniere si è imbattuto in un nido tra le fronde della pianta, costruito con aghi di pino da alcuni volatili e ha deciso di portarlo a terra prima dello schianto dell’albero.

All’interno c’erano due piccoli pulcini di colombaccio, appena nati e ancora privi di piumaggio. Il giardiniere l’ha consegnato a Mario Da Lio, volto noto del quartiere, che ha preso in consegna il nido, mettendolo nella siepe vicino: «La speranza», spiega Da Lio, «era che la mamma venisse a prenderseli o comunque continuasse a sfamarli nella siepe». In agguato però c’erano soprattutto i gatti e lasciare il nido incustodito pareva una condanna a morte. Così un altro residente, Luigino Bonaventura, ha accettato di prendere i due pulcini con sé, portandoli nella propria terrazza e allevandoli con pazienza e amore. Giorno dopo giorno, li ha nutriti e cresciuti. Bonaventura è pescatore: ha trovato vermetti e cibo naturale adeguato a far crescere i due pulcini, imboccandoli con una siringa. Diventati adulti e in grado di volare, nei giorni scorsi Bonaventura e gli altri condòmini hanno liberato i colombacci in giardino. Ma loro restano in zona, facendosi avvicinare solo dal loro padre adottivo: prendono cibo dalle sue mani e solo dalle sue.(f.d.g.)

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