Droga della ’ndrangheta Sottile va ai domiciliari

SPINEA. Era finito in carcere alla fine di gennaio con l’accusa di essere stato un intermediario nello spaccio di marijuana gestito dalla ’ndrangheta tra Padova e la Riviera del Brenta. Ma nel corso...

SPINEA. Era finito in carcere alla fine di gennaio con l’accusa di essere stato un intermediario nello spaccio di marijuana gestito dalla ’ndrangheta tra Padova e la Riviera del Brenta. Ma nel corso dell’interrogatorio di garanzia Domenico Sottile detto Mimmo, 41 anni, originario di Crotone e residente a Spinea, aveva chiarito che sì, aveva acquistato marijuana, ma per uso terapeutico, in relazione a una grave malattia di cui è affetto. Proprio in virtù di questa patologia, i difensori di Sottile, gli avvocati Gianmaria Daminato e Matteo Lazzaro, avevano presentato istanza di attenuazione della misura cautelare, giudicando incompatibile la detenzione con le condizioni di salute dell’indagato.

Nelle scorse ore è arrivata la decisione della giudice per le indagini preliminari di Padova Mariella Fino che ha accolto l’istanza, sulla base del parere positivo del pubblico ministero Benedetto Roberti: Sottile è stato scarcerato e messo agli arresti domiciliari. Una decisione che è arrivata anche in forza delle dichiarazioni fatte dall’indagato nel corso dell’interrogatorio nel quale aveva ammesso gli acquisti di marijuana per uso terapeutico, respingendo l’accusa di aver comperato anche cocaina dagli uomini della ’ndrangheta per piazzarla ai consumatori finali. Sottile è finito nell’inchiesta della Dia di Padova su riciclaggio e spaccio gestiti dalla ’ndrangheta. Tre in particolare gli acquisti contestati a Sottile di mezzo chilo l’uno di marijuana. L’indagato aveva giustificato la sua conoscenza con quelli considerati i capi dell’organizzazione dal momento che con loro condivide le origini dallo stesso paese della Calabria. I capi avevano scelto come terminali finali della catena dello spaccio persone radicate nel territorio, con occupazioni che nulla avevano a che vedere con la criminalità e che frequentavano i locali: e per questo parevano insospettabili. (ru.b.)

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