Dopo il funerale trovano il cimitero chiuso

MARCON. Il funerale è un momento di sofferenza e di dolore. Se poi si è costretti a sostare un’ora sotto il sole in attesa che venga aperto il loculo dove porre il corpo del defunto, la situazione diventa ancora più tormentata. Lunedì pomeriggio al cimitero nuovo di Marcon è accaduto proprio questo: un gruppo di circa 50 persone è rimasto fuori dal camposanto in “compagnia” del feretro di G. B., pensionato 76enne deceduto la scorsa settimana, perché all’ufficio Anagrafe e stato civile di Marcon si sono scordati di quell’importante appuntamento. Ma com’è possibile? «Semplice», spiega uno sconcertato Dino Ferraresso, titolare dell’impresa di onoranze funebri Fratelli Ferraresso snc di Mestre, che si è occupata del funerale del pensionato di Marcon, «la persona che segue solitamente queste cose era in ferie e nessuno si è ricordato di venire ad aprire il loculo. In 51 anni di attività non ho mai visto una cosa del genere».
La storia, in effetti, ha caratteristiche grottesche e sconcertanti. G.B. è deceduto all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso giovedì 24 agosto e il giorno dopo la famiglia ha bloccato un loculo nella fila centrale del cimitero di Marcon nuovo e ha contattato l’impresa funebre mestrina. «Venerdì», spiega Ferraresso, «abbiamo inviato una mail all’Anagrafe e stato civile di Marcon annunciando l’arrivo del feretro per la tumulazione dopo la messa. Siccome non abbiamo ricevuto risposte, li abbiamo chiamati e ci hanno confermato che la mail era arrivata e che era tutto a posto».
Lunedì l’impresa funebre Ferraresso è andata a prelevare la salma a Treviso per portarla nella chiesa di San Giorgio a Marcon dove era in programma la messa funebre alle 15.30. Sulle 16.15, a celebrazione conclusa, il feretro, accompagnato dai familiari e dai parenti, una cinquantina di persone, è stato portato al cimitero. Qui, la sorpresa. «Non abbiamo trovato nessun operatore», spiega Ferraresso, «il cancello era semiaperto ma non c’era chi doveva aprire il loculo per deporre la salma. C’era un caldo e un’umidità insostenibili. Siamo rimasti fuori dal cimitero perché dentro rischiavamo di essere mangiati dalla zanzare».
Dopo vari tentativi e diverse chiamate, è arrivato un addetto. Con lui, conclude Dino Ferraresso, «abbiamo finalmente aperto il loculo e deposto la salma. Ma una disavventura di questo genere non me la dimenticherò mai».
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