Donna morta di polmonite Prosciolti i due medici

I medici dell’ospedale all’Angelo Sergio Mutti e Francesco Brusantin non sono responsabili della morte di Doina Morosan, la giovane mamma moldava morta nel gennaio 2009 a causa di una violenta...
BASCHIERI MESTRE: OSPEDALE DELL'ANGELO, PRESENTAZIONE DEL NUOVO PRONTO SOCCORSO. 11/06/08 LIGHT IMAGE
BASCHIERI MESTRE: OSPEDALE DELL'ANGELO, PRESENTAZIONE DEL NUOVO PRONTO SOCCORSO. 11/06/08 LIGHT IMAGE

I medici dell’ospedale all’Angelo Sergio Mutti e Francesco Brusantin non sono responsabili della morte di Doina Morosan, la giovane mamma moldava morta nel gennaio 2009 a causa di una violenta pneumopatia infettiva. La donna e il marito si erano rivolti al pronto soccorso dell’Angelo dopo una notte di accesa tosse e dolori al torace, ma era stata dimessa poche ore dopo, con diagnosi di virosi formulata dal dottor Mutti, allegata una radiografia toracica con esito negativo, eseguita dal dottor Brusatin. Il consiglio era di rivolgersi al medico di base. Ma la donna era peggiorata e il giorno dopo l’intervento del 118 era risultato inutile: la giovane mamma era morta.

La consulenza medico legale della difesa (avvocati Augusto Palese, Renato Alberini e Matteo Conz, consulenza firmata dal dottor Nico Zaramella) ha negato il nesso di casualità tra il mancato ricovero e il decesso, sostenendo che la pneumopatia infettiva acuta che ha colpito la donna è stata così aggressiva da comportare insufficienza respiratoria acuto e scompenso cardiaco letale. Per il medico legale sarebbe morta lo stesso. Un parere che ha convinto anche il pubblico ministero Carlo Nordio, che ha chiesto l’archiviazione, poi impugnata dall’avvocato Giorgio Bortolotto, per conto dei due figli piccoli della donna: risarciti dall’assicurazione dell’Asl 12, la parte offesa si è ieri ritirata.

La consulenza medico legale ha convinto soprattutto la giudice per le udienze preliminari Giuliana Galasso, presidente del gup, che ha disposto l’archiviazione del procedimento a carico dei due medici dell’Angelo: «Va rilevato che gli stessi consulenti del pm concludono in senso dubitativo sul nesso di casualità», scrive la gup, «anche ove il dottor Mutti avesse diagnosticato quella che era ancora una sospetta polmonite e prescritto la terapia antibiotica, non per questo l’esito letale sarebbe stato sicuramente evitato, considerata l’aggressività della patologia e il breve lasso di tempo trascorso tra gli accertamenti eseguiti e la morte, circa 24 ore».

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