Dnata licenzia 5 dipendenti in aeroporto

Brutta sorpresa per cinque dipendenti della Dnata Aviaton Services srl, società interamente controllata da Dnata, a sua volta controllata dalla compagnia aerea Emirates, di proprietà del governo di Dubai che, a quanto sembra è interessata a partecipare al prossimo bando per la riassegnazione dei servizi di terra.
La Dnata gestisce il servizio di catering per tutte le compagne aeree in partenza dall’aeroporto Marco Polo di Tessera. All’arrivo al lavoro si sono sentiti dire di essere stati licenziati in tronco, poi hanno dovuto restituire pass e tesserino e tornarsene a casa senza fiatare. I “tagli” di posti di lavoro sono stati annunciati oltre che al Marco Polo – cinque sui circa quaranta esistenti – anche in altri aeroporti italiani.
Tant’è che i sindacati di categoria di Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno proclamato per il 26 febbraio prossimo un primo sciopero di 4 ore, dalle ore 10 alle 14 di tutto il personale dipendente di Dnata srl. «Siamo sconcertati dall’atteggiamento dell’azienda Dnata srl» scrivono i sindacati in un comunicato «Dopo aver condiviso con le organizzazioni sindacali la fase di confronto ministeriale, tenutosi il 15 gennaio scorso, per intervenire sensibilizzando lavoratori e lavoratrici su tutto il territorio coinvolto nella procedura di licenziamento collettivo, al fine di poter trovare ogni po ssibile strumento per una gestione non traumatica degli esuberi, Dnata ha preteso di sottoscrivere un verbale di mancato accordo, procedendo nella direzione unilaterale di licenziamento nei 120 giorni di legge, proprio mentre le organizzazioni sindacali trasmettevano nei propri territori il mandato al fine di poter raccogliere la volontà da parte del personale operante su ogni sito, di addivenire a una riduzione dell’orario di lavoro, finalizzata alla salvaguardia dell’occupazione». Secondo i sindacati «l’azienda pensava già di tagliare il costo del personale licenziando».
«Nonostante tutte le difficoltà incontrate» proseguono i quattro sindacati di categoria «l’esito di tutti i lavoratori e lavoratrici e stato unisono nell’affermare la loro disponibilità a tale risoluzione. Ma il 1 febbraio scorso l’azienda di fronte agli impegni presi in sede ministeriale ha dichiarato che a fronte di condizioni economiche negative in cui versa, non è più nelle sue disponibilità intraprendere soluzioni alternative se non quelle previste dalla procedura, ovvero, un percorso finalizzato ai licenziamenti. Come se non bastasse Inoltre l’azienda ha detto che la situazione economica negativa in cui versa porterà a nuove valutazioni di eccedenze in tutti gli scali». Per tutto questo i sindacati «di fronte al rifiuto dell’azienda di poter prorogare ancora di qualche mese la procedura, provando, insieme sui territori a ricercare soluzioni alternative ai licenziamenti, non possono che far sentire la loro voce e quella dei lavoratori con una dura vertenza sindacale e legale». (g.fav.)
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