Palude Venezia, la maggioranza fa quadrato su Brugnaro: «Andiamo avanti insieme»
Richiesta di rinvio a giudizio messa in preventivo, la Lega esprime solidarietà a Brugnaro. Fratelli d’Italia: «Non consegniamo la città ad un commissario». Forza Italia rinnova la fiducia

Gli alleati di maggioranza fanno (ancora) quadrato intorno al sindaco Brugnaro anche dopo la richiesta di rinvio a giudizio della Procura di Venezia. Quando manca meno di un anno alla fine del secondo mandato, la parola d’ordine della compagine che guida Ca’ Farsetti è: «Si va avanti insieme».
Serrati i ranghi delle diverse anime del centro destra, quella civica e quella espressione dei partiti, le dichiarazioni pubbliche dei rappresentanti non lasciando intendere incrinature o mal di pancia. Vista la mole di documenti prodotti dall’accusa, la richiesta di rinvio a giudizio era ampiamente attesa e messa in preventivo.
«Non cambia nulla rispetto al passato», spiega Sergio Vallotto, segretario provinciale della Lega, «il sindaco, verso cui va la nostra solidarietà, ha il dovere di andare avanti. Tutte le componenti politiche della maggioranza lo sostengono alla luce dell’eccellente lavoro svolto finora dalla sua amministrazione. Da parte nostra non arriverà nessuna richiesta di passi indietro: la richiesta della Procura non è un rinvio a giudizio, né tanto meno una sentenza di condanna».
Già, ma la musica potrebbe cambiare nel caso in cui una pronuncia in questo senso arrivasse prima della fine del mandato? «Non mi piace anticipare i tempi. Vediamo quello che succede e poi si valuterà», taglia corto il rappresentante del Carroccio. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Raffaele Speranzon, senatore di Fratelli d’Italia e uomo forte del partito di Giorgia Meloni sul territorio. «Non c’è alcun elemento di novità, la richiesta della Procura era largamente attesa».
Per Speranzon, «non cambia l’interesse dei veneziani alla continuità della giunta Brugnaro che entra ora nel suo ultimo anno di attività»: «Non abbiamo alcuna intenzione di consegnare il Comune di Venezia nelle mani di un commissario. La richiesta della Procura non è un rinvio a giudizio, e poi dovranno essere valutate anche le singole accuse. Ad ogni modo, il tribunale non ha ravvisato la necessità di limitare l’attività del sindaco, che è rimasto in libertà e quindi pienamente operativo».
Resta il fatto che il giudizio sull’ultimo anno dell’amministrazione Brugnaro è destinato ad essere segnato da questa vicenda. Per Speranzon, però, la richiesta di rinvio a giudizio non rischia di trasformarsi in un ulteriore danno d’immagine per Venezia: «Non vedo grandi differenze rispetto a luglio scorso, quando è scoppiata l’inchiesta».
Sostegno incondizionato arriva infine anche da Forza Italia, costola centrista della maggioranza di destra, attraverso il coordinatore comunale Michele Zuin, braccio destro del primo cittadino in qualità di assessore al bilancio e alle società partecipate.
«Con quell’impianto accusatorio», dice l’assessore, «era difficile pensare che non sarebbe arrivata la richiesta di rinvio a giudizio. In ogni caso, abbiamo già espressamente rinnovato la fiducia al sindaco e un commissariamento del Comune in questo momento non andrebbe bene a nessuno: andiamo avanti».
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