De Simone: «Così difendiamo dal mare le spiagge in Olanda»

JESOLO

Operatori del turismo invitati in Olanda per vedere di persona le opere di difesa della costa. L’architetto Fernando De Simone, che collabora con la società olandese “Royal HaskoningDHV”, è un esperto di opere idrauliche e sottomarine, in particolare dighe e ponti. Se Simone è stato tra i più convinti nel muovere feroci critiche al Mose e oggi si scaglia contro i pennelli in roccia e i ripascimenti in atto ormai da anni al lido di Jesolo. Ora ha invitato i vertici delle associazioni degli albergatori e gestori di stabilimenti balneari in Olanda perché guardino con i loro occhi quello che lui propone ormai da anni senza essere ascoltato.

Alla fiera alberghiera di Caorle ha letto le sue tesi davanti ad una platea di esperti, contestando quanto finora è stato realizzato sul litorale della costa veneziana per cercare di fermare le mareggiate. C’è chi lo considera un visionario, chi lo ha ascoltato in silenzio senza tradire emozioni. «Anche prima di iniziare la costruzione del Mose», ricorda, «i tecnici dell’Università di Padova hanno effettuando studi e simulazioni con i modelli delle paratoie nel Centro Sperimentale per Modelli Idraulici di Voltabarozzo, esattamente come è stato fatto per il lido di Jesolo. I vertici delle associazioni di categoria mi hanno confermato l’interesse, ovviamente cessato il pericolo Coronavirus, a visitare le opere di salvaguardia contro le mareggiate nei Paesi Bassi. Federalberghi Veneto ha già provveduto a inviare l’invito esteso anche ai sindaci della costa e presidenti delle associazioni albergatori del litorale veneto. Vorrei così accompagnare la delegazione alle spiagge vicino a L’Aia», prosegue l’architetto padovano, «a Sand Engine, dove c’è un mega ripascimento di 25 milioni di metri cubi di sabbia per stabilizzare la costa per 20-30 anni. Poi le spiagge vicino alle località di Scheveningen e Kijkduin, ampliate nel 2005 di circa cento metri di larghezza».

«Albergatori e gestori di stabilimenti balneari avranno così modo di capire», conclude De Simone, «come si deve concretamente intervenire per avere un risultato importante e duraturo. I pennelli in roccia sono una soluzione che rischia di non avere effetti. Bisogna intervenire a circa un chilometro dalla costa, con una diga sottomarina e altri lavori che devono garantire la protezione della spiaggia e garantire il ripascimento e la protezione del litorale che deve essere tutto protetto». —

Giovanni Cagnassi

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