Darsena San Felice, gli indagati sono 11

Sottomarina. La Corte dei Conti mette nel mirino tra gli altri due ex sindaci, due ex assessori e quattro segretari comunali
Di Elisabetta B. Anzoletti
Depolo mph05a Ruggero Donaggio ..Sottomarina: darsena san Felice sotto sequestro
Depolo mph05a Ruggero Donaggio ..Sottomarina: darsena san Felice sotto sequestro

SOTTOMARINA. Anche l’ex sindaco Romano Tiozzo, quattro segretari comunali e l’avvocato civico del Comune Carmelo Papa tra i destinatari della lettera di messa in mora per il risarcimento “forse non dovuto” alla darsena San Felice a Sottomarina. La nuova comunicazione, arrivata ieri ai destinatari, allarga il cerchio di quanti potrebbero essere chiamati a pagare di propria tasca per quel milione e 900 mila euro che il Comune sborsò quattro anni e mezzo fa dopo la sentenza del Consiglio di Stato. Sentenza che per stessa ammissione della Corte dei conti, che sta indagando sul caso, potrebbe essere stata diversa, se non opposta, se il Comune nella difesa avesse presentato il documento che dimostrava l’esistenza di un accordo tra amministrazione comunale (all’epoca rappresentata dal sindaco Fortunato Guarnieri e dal dirigente all’urbanistica Marina Pacchiani) e società San Felice (rappresentata da Lucio Boscolo Contadin) per mettere fine ai contenziosi.

L’accordo era stato firmato, davanti a un notaio, il 10 settembre 2001, ma nel 2009, sei mesi prima che scadessero i termini per presentare appello al Consiglio di Stato, la società decise di procedere, di fatto disattendendo l’accordo. Il documento, però, in fase di dibattimento non fu prodotto né dall’avvocato civico né dal patrocinatore esterno e il Comune fu condannato a pagare.

Quando Guarnieri, nel maggio scorso, scoprì che il Comune non si era difeso con tutte le armi a disposizione presentò un esposto alla Corte dei conti che pare aver sortito qualche effetto perché nella comunicazione che in questi giorni sta arrivando agli ex amministratori e agli ex tecnici si fa riferimento proprio a quel documento non prodotto. Nella comunicazione, redatta dall’attuale segretario generale Michela Targa, si spiega come la Corte dei conti abbia rilevato che il fatto di non aver depositato il documento abbia inciso nella decisione finale del giudice che avrebbe potuto escludere, in tutto o in parte, il risarcimento dovuto dal Comune. La comunicazione è stata inviata agli amministratori del 2002 (l’ex sindaco Guarnieri, l’ex assessore all’urbanistica Mauro Boscolo Bisto, l’ex assessore ai lavori pubblici Roberto Boscolo Bisto, e le ex dirigenti all’Urbanistica Marina Pacchiani e Sabina Le Noci), quando i lavori della darsena furono bloccati (dando avvio alle cause), ma anche agli amministratori dal 2009 in poi (l’ex sindaco Romano Tiozzo, i segretari generali Roberto Finardi, Stefano Nen, Roberto Natale, Gerlando Gibilaro) e l’avvocato civico Carmelo Papa, in carica dopo la riapertura del ricorso e quando fu decisa la strategia difensiva. Si apre quindi una nuova parentesi. Finora sul banco degli imputati erano sempre stati messi solo gli amministratori che nel 2002 votarono per bloccare i lavori e per fare una variante al progetto iniziale per rendere la darsena meno impattante. Un allungamento dell’iter che secondo i privati aveva causato la perdita del finanziamento regionale di 1.759.841 euro che erano riusciti a ottenere. Ora, con la recente comunicazione, emergono nuovi punti interrogativi su quanto successe dopo la riattivazione della procedura, nel 2009.

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