Dà il sonnifero alla madre e abusa della bimba

Veneziano a processo a Trento per violenza sulla donna e la piccola di 9 anni. Nel pc trovato il file “Manuale del pedofilo”



Il capo d’imputazione è un libro degli orrori tra abusi su una bambina mentre la madre di lei era stordita dal sonnifero, botte per i motivi più futili come può essere appoggiare un piede sul divano e segregazioni in una stanza sotto minaccia. Lui, un 31enne veneziano difeso dall’avvocato Andrea Zambon, è a processo a Trento - dove sarebbero avvenuti i fatti - con le accuse di violenza sessuale su una donna colombiana, atti sessuali sulla figlia di 9 anni della donna e detenzione di materiale pedopornografico. Il procedimento è ad un punto cardine: il giudice, su richiesta della difesa, ha ammesso la perizia psichiatrica. Il veneziano continua a ribadire che tutte le accuse sono frutto di invenzione, supportato dal fatto che la stessa donna, dopo averlo denunciato ai carabinieri in seguito ad un arresto per maltrattamenti, ha ritrattato la propria versione dei fatti, dicendo di essersi inventata tutto. Ma la pubblico ministero trentina Antonella Nazzaro vuole andare a fondo e ha ottenuto di processare il 31enne, attualmente agli arresti domiciliari.

È nell’agosto 2016 che il veneziano conosce via Facebook una donna colombiana che vive nel suo Paese. La raggiunge e riesce a portarla in Italia promettendole di trovarle un lavoro e di farle conoscere la sua famiglia. Ma dopo soli tre giorni di convivenza in un paesino del Trentino, dove il veneziano era ai domiciliari per scontare una condanna per maltrattamenti nei confronti dei genitori, la situazione si era fatta tesa. L’uomo avrebbe insultato e picchiato la donna per il solo fatto di aver rotto una scopa. I litigi, sempre più frequenti, avvenivano anche davanti alla figlia di lei. Tanto che ad un certo punto mamma e figlia erano scappate in Colombia. Ma il veneziano riesce a farle tornare. Il capo d’imputazione racconta che l’uomo in una occasione avrebbe chiuso a chiave le due, minacciandole che se fossero uscite sarebbero state «fermate dai poliziotti italiani, violentate e uccise». Poi avrebbe legato la madre costringendola a un rapporto sessuale, mentre la figlia assisteva. Durante il periodo di convivenza, il veneziano avrebbe abusato ripetutamente anche della bambina, sciogliendo del sonnifero nell’acqua della madre così da metterla ko. Quando la donna aveva scoperto le violenze grazie alle confidenze della figlia, l’uomo sarebbe andato su tutte le furie, picchiando la madre e pure la figlia, usando contro quest’ultima un cavo elettrico.

Nel computer del veneziano, gli inquirenti hanno trovato 55 immagini e 8 video pedopornografici e un file denominato “Manuale del pedofilo” scaricato dal web, con le istruzioni per approcciare i minori, evitando di essere scoperti dalle famiglie delle vittime e dalle forze dell’ordine. Nel corso delle indagini, madre e figlia erano state sottoposte ad un primo incidente probatorio nel quale avevano confermato la denuncia. Dopo la ritrattazione da parte della madre, nel secondo incidente probatorio la donna aveva confermato la nuova versione. —



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