Crociere, ripresa nelle mani del governo Servono decreto e protocollo sanitario

Dpcm rinviato all’8 agosto. Zaia: «Ragioniamo sulle linee guida, ma se non arriva l’emergenza durerà fino a ottobre»
Interpress\M.Tagliapietra Venezia 04.06.2019.- Nave MSC Opera ormeggiata al Porto di Venezia.
Interpress\M.Tagliapietra Venezia 04.06.2019.- Nave MSC Opera ormeggiata al Porto di Venezia.



Il nuovo decreto della presidenza del consiglio dei ministri (Dpcm), con il via libera alla ripresa delle crociere e altre attività come le discoteche, slitta di una settimana. Ma per il riavvio effettivo delle crociere, ferme da mesi, bisognerà attendere altre settimane, forse mesi nel caso di Venezia dove resta da sciogliere anche il nodo per l’accesso delle grandi navi dopo i due incidenti dell’anno scorso, le continue proteste dei residenti a Venezia e le manifestazioni del Comitato No Grandi Navi e le regole più stringenti per la navigazione decise dalla Capitaneria di Porto. Per i primi giorni della prossima settimana il ministero della Salute dovrebbe dare il suo via libera al “Protocollo sulle misure per la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 a bordo delle navi da crociera” che dovrà poi essere recepito dalle Regioni che ospitano porti con terminal crocieristi. Ieri, il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha firmato l’ordinanza che proroga tutte le misure anti-covid fino al 15 di ottobre – data di scadenza dello stato emergenziale a livello nazionale – sottolineando che «il Veneto sta ragionando su un protocollo e linee guida sperimentali per le crociere, ma se l’8 agosto non ci sarà il nuovo Dpcm finirà che andiamo avanti sino a metà ottobre».

Sulla ripresa quindi c’è ancora molta incertezza. Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ieri in proposito ha dichiarato: «Credo che le crociere possano ripartire e dare un segnale per tutta l’economia, se ne sta occupando il ministro Paola De Micheli, ci sono quattro navi pronte a ripartire con il protocollo di sicurezza». Prima di rivedere le navi da crociera a Venezia dovrà aspettare un bel po’, non solo per il rinvio del Dpcm, ma anche per sciogliere i nodi irrisolti da anni sull’accesso delle grandi navi che attraversano il bacino di San Marco prima di arrivare a Santa Marta, gestita da Vtp, soprattutto dopo i due incidenti, uno sfiorato e l’altro che ha coinvolto oltre ad una grande nave di Msc anche un battello fluviale in un vero e proprio speronamento davanti a San Basilio, con gravi danni e feriti. Da quasi 10 anni si cerca l’alternativa al passaggio delle grandi navi davanti a San Marco, ma ci sono più di un’ipotesi e a tutt’oggi non si sa quale sarà adottata dal “Comitatone” che prima dell’emergenza per la pandemia si era impegnato a indicarla, una volta per tutte. La lista delle alternative è fin troppo lunga: utilizzare momentaneamente i terminal per i traghetti (Fusina) e quelli delle navi porta-container per ospitare le navi più grandi, facendoli arrivare da Malamocco, via canale dei Petroli; oppure un nuovo terminal nella Prima Zona Industriale di Marghera e nel frattempo scavare il canale Vittorio Emanuele per permettere alle grandi navi di arrivare alla marittima di Santa Marta dal canale dei Petroli e non più da quello della Giudecca. Infine c’è l’alternativa di un nuovo terminal crocieristico off-shore al Lido. O ancora a Santa Maria del Mare e San Leonardo. —

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