Crisi a Mestre: altre serrande abbassate: "La città non è più nostra"

Tra via Pio X e via Fapanni chiusi un panificio, un ottico, un negozio di abbigliamento e un’agenzia immobiliare

Mestre. La sindrome delle “vetrine vuote” non smette di mordere in città e aggredisce il cuore pulsante del centro cittadino. Per un’attività che apre ce ne sono il doppio che chiudono o si trasferiscono, svuotando pezzi di città. È così per il primo tratto di via Pio X, dove i negozi stanno chiudendo per lasciare spazio a saracinesche abbassate, oppure ad attività che non possono essere certo definite “di vicinato”.



Da qualche tempo a fianco al bar, che più volte in passato ha chiesto la riapertura delle Ztl, ha chiuso il panificio, un punto di riferimento per la via. Contemporaneamente se ne è andato anche il negozio esattamente vicino, che vendeva articoli a basso prezzo, una sorta di tutto a un euro.

Uno dei pochi negozi di abbigliamento, Mamita, ha levato le tende l’anno passato dopo avere fatto la consueta svendita per cessata attività, cercando di dare via il più possibile.

L’ottico ha lasciato vuote le grandi vetrine all’angolo tra via Fapanni e via Pio X dopo la svendita totale. Il negozio è rimasto chiuso due mesi e lo è tuttora.

Successivamente Cecchini Optical, la nota attività, si è spostata più avanti, in uno spazio molto più piccolo dove fino a poco tempo fa si trovava un’agenzia immobiliare.

Molti, infatti, chiudono per un po’, oppure ottimizzano gli spazi cercando negozi più piccoli dove pagare meno di affitto e continuare a servire i propri clienti o dove sperano ci sia più passaggio.

Appena svoltato l’angolo, in via Fapanni, ha abbassato le serrande l’Aranciaio, mentre il negozio di alimentari bengalese a fianco è chiuso temporaneamente.

Un cartello appeso indica di rivolgersi alla macelleria, anche questa bengalese, che si trova a due passi. Sembra che non appena potrà, tornerà ad aprire.

I responsabili delle poche attività commerciali rimaste danno la colpa al degrado della via, vedi alla voce Torre di San Lorenzo, monumento all’incompiuto e al guano dei colombi, ma anche all’ex scuola De Amicis, una serie di stabili abbandonati al degrado in pieno centro.

«Continuiamo a segnalare al Comune il problema», spiegano nel condominio che si affaccia di fronte, «vengono e fanno qualche cosa, ma poi rimane tutto com’è essendo vuoto e abbandonato. Si dice che dentro ci dorma ancora della gente, i buchi ci sono, i pertugi anche. Non è un problema che si risolverà a breve».

Gli operatori hanno installato qualche pungiglione per i colombi, ma non basta di certo. Chiara, la titolare dell’omonima boutique di via Pio X, Missioni by Chiara, è una delle poche rimaste, un negozio storico.

«Sono qui da 45 anni», racconta, «oramai stanno chiudendo tutti e siamo rimasti davvero in pochi. Ho un negozio piccolo e pago in proporzione, resisto perché non ho dipendenti e perché ho merce di valore. Gli abitanti da Mestre scappano, se ne vanno via, il Comune dovrebbe finanziarci perché rimaniamo qui e non chiudiamo. La gente non è più incentivata a spendere, non compera più, l’economia non gira e i commercianti sono in difficoltà».

Sotto accusa c’è anche quella sorta di indisponibilità a vivere pienamente la città. «La città non è più nostra, il giorno di Pasqua davanti a Coin c’erano solo stranieri, nessun altro» continua la commerciante «Se poi ci mettiamo il degrado, gli edifici che cadono a pezzi, le Ztl che limitano il passaggio, gli affitti e tutto il resto, il pasticcio è fatto. C’è qualche cosa che non quadra in tutto questo».

Un po’ di amaro, insomma, c’è. Conclude: «Questa oramai è periferia, la desertificazione si allarga, il centro è diventato la zona dell’ospedale e gli appartamenti e i locali si stanno svalutando ogni giorno che passa. Molti sono all’asta per una manciata di denaro».

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