«Controlli sul capannone» Ma i cittadini hanno paura

Il sindaco Finotta rassicura i residenti: intensificata la sorveglianza da parte  delle forze dell’ordine e coinvolta nella vigilanza la ditta che ha in affitto il piazzale 



Rifiuti della’ndragheta a Fossalta di Piave, il magazzino abusivo e sequestrato dalla Procura di Milano sarà osservato speciale giorno e notte nei prossimi mesi. È quasi certo, in questa fase, che lo smaltimento non potrà iniziare se non nei primi mesi del prossimo anno. Ci vorrà tempo per adempiere tutte le pratiche necessarie e notificare soprattutto le ordinanze previste ai vari soggetti perché provvedano quanto loro spetta. Per prima la misteriosa proprietà dell’immobile, una società ucraina che ha però sede nelle Isole Vergini britanniche e una composizione alquanto ingarbugliata.

Il Comune è alle prese con la difficile ricostruzione della trama che si intreccia attorno a questa vicenda oscura che parte da Milano, con la Procura che ha inviato ormai un anno fa i carabinieri del Noe e disposto il sequestro dell’ex magazzino Giabardo in via delle Industrie finito nel giro dei magazzini della’ndrangheta per nascondere i rifiuti nel Nord Italia.

Da allora Fossalta vive nella paura di essere al centro di interessi della criminalità organizzata che di notte riempiva di misteriosi rifiuti un capannone di 60 metri per 60, fino a raccoglierne oltre 11 mila metri cubi tra plastiche e non meglio precisati inerti accatastati al suo interno. Oltre alla società ucraina Milcor, il sindaco di Fossalta, Manrico Finotto, ha rintracciato, agli arresti domiciliari, Giovanni Girotto di Roncade, che avrebbe messo a disposizione il capannone, e altri collegati alla cricca delle discariche cui saranno notificate le ordinanze perché provvedano con le procedure di smaltimento e tutti i passaggi obbligati per legge.

A fronte della loro probabile inerzia, bisognerà provvedere con lo smaltimento in altro modo, anche se i costi previsti fino a 2 milioni non sono accessibili per il piccolo Comune fossaltino che ha già chiesto aiuto. «Ringraziamo il Prefetto Zappalorto e il senatore Andrea Ferrazzi della commissione parlamentare per le ecomafie» spiega il sindaco «Adesso verrà convocato un tavolo con Regione e Città Metropolitana più tutti gli enti interessati in modo tale da reperire le risorse necessarie. Il nostro caso non è isolato e altri ce ne sono nella provincia di Venezia. Un coordinamento sarà pertanto essenziale in attesa di una modifica della legge che consenta immediata confisca degli immobili in questi casi per poterne acquisire la proprietà e poi vendere e trovare le risorse. La caratterizzazione del rifiuto sarà il passo seguente perché non sappiamo ancora cosa ci sia in quel capannone».

Ci vorranno mesi per capire cosa ci sia in quelle balle. È stata effettuata la derattizzazione, per quanto possibile, ma per il momento si distinguono solo plastiche, nylon, inerti con la paura che possano esserci rifiuti pericolosi. E intanto?

La comunità di Fossalta ha paura e resta con il fiato sospeso di fronte agli eventi. Già è stato accertato che all’interno erano pronte taniche e pellet per eventualmente incendiare tutto. Allora c’è la fondata paura che ancora qualcuno possa pensare di dare alle fiamme quei rifiuti per far sparire tutto, eventuali prove comprese. «Il magazzino sarà controllato» conferma il sindaco Finotto «non solo dall’azienda che ha in affitto il solo piazzale e continua la sua attività indipendente, opportunamente responsabilizzata. Ci saranno dei controlli da parte delle forze di polizia, con i carabinieri, e altri controlli programmati perché nessuno si avvicini al capannone sotto sequestro. Per il momento non possiamo fare più di questo». —



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