Consolato turco a Venezia imbrattato «Erdogan boia»

Un centinaio di giovani dei centri sociali hanno preso di mira ieri mattina il consolato della Turchia a Venezia, alla Marittima. Spray, fumogeni, striscioni e slogan per imbrattare il palazzo del consolato e lasciare in bella vista la scritta «Erdogan assassino» oppure la dicitura «Boia» e «Kobane resiste».
La protesta si è conclusa poco dopo le 11.30 e rientra in una serie di iniziative nazionali del movimento dei No Global del Nordest a sostegno della resistenza curda nella città di Kobane, in Turchia, da giorni sotto l'assedio della formazione terroristica dell'Isis. Nel resto della Turchia le manifestazioni di solidarietà a favore della resistenza curda contro l’avanzata della formazione terroristica ha visto la dura repressione delle forze dell’ordine. Insomma, una situazione di forte tensione al confine dell’Europa.
L’altro ieri il via alle proteste dei centri sociali: prima era stato occupato l'aeroporto di Fiumicino a Roma. Ieri mattina è toccato al consolato turco a Venezia e ieri pomeriggio verso le 19 era previsto un altro presidio dei No Global, stavolta al Colosseo, sempre nella capitale.
In un comunicato dei centri sociali del Nordest, dell’Emilia Romagna e delle Marche, diffuso dal sito “Global project” si spiega che il movimento ha deciso di accogliere «l’invito che ci viene dal Kurdistan a mobilitarci al fianco della resistenza del Roiava e per questo abbiamo deciso di essere qui con i nostri corpi, a Venezia, a praticare un’azione di sanzionamento nei confronti del Consolato onorario turco». Questo perché secondo i centri sociali il governo turco di Ergodan «deve smettere la sua politica di ambiguità nei confronti dell’Isis e determinare la fine della repressione nei confronti dei cortei a sostegno della resistenza curda».
I giovani dei centri sociali hanno preso di mira il consolato alla Marittima rendendolo inagibile chiudendo porte ed accessi con tavole e chiodi, il tutto dopo aver danneggiato suppellettili e lasciato scritte all'interno degli uffici. Come ultimo atto è stata resa illeggibile anche la targa che indica la sede. Secondo Tommaso Cacciari, uno dei leader dei centri sociali, l'azione è stata fatta perché il governo turco non permette ai curdi entrati in Turchia per mettere al sicuro le loro famiglie, di andare a combattere l'Isis sul fronte di Kobane. Di fatto, per Cacciari, «la Turchia sta favorendo gli islamisti dell'Isis che stanno sterminando i curdi facendo un favore al paese della mezzaluna che da sempre è ostile a quella etnia». ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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