Con la moto contro l’auto, è in fin di vita

MOGLIANO. I primi soccorritori, due senegalesi di passaggio sulla Zermanesa, l'hanno trovato in fin di vita con la testa incastrata sul guardrail. Dopo pochi minuti sono intervenuti i sanitari del Suem e la squadra dell'elisoccorso che lo ha sistemato sulla barella, intubato e con l'ossigeno. Le condizioni di G.G., sbalzato dal suo scooter a causa dell'impatto con un’auto, sono apparse subito gravi. Ora lotta tra la vita e la morte.
Ancora una volta la provinciale che collega Mogliano con la frazione di Zerman e Casale sul Sile è teatro di un grave incidente. La dinamica dei fatti, avvenuti ieri attorno a mezzogiorno e mezzo, è simile ai tanti episodi che si sono susseguiti negli anni. Lo scooter sarebbe uscito improvvisamente dal breve tratto che collega via san Michele con la Zermanesa, un passaggio, all'altezza dell'autolavaggio automatico, tra il ponte sullo Zero e la nuova rotonda dell'innesto autostradale e che un tempo era sterrato. «Il Comune per facilitare l'ingresso degli orti sociali ha asfaltato la strada e ora la usano in molti», spiegano alcuni residenti, «ma la manovra di immissione è molto pericolosa». G.G., quarantenne residente a Roncade, è dunque uscito da questa stradina a bordo del suo Yamaha 128 andando ad impattare con una Fiat Idea, guidata da un settantasettenne moglianese. «Stavo andando a casa», racconta il conducente, «e visto lo scooter che stava per uscire. Pensavo si fermasse per dare la precedenza, ma è andato dritto e non sono riuscito a evitare l'impatto». Si è recato immediatamente sul posto il benzinaio del vicino distributore e si sono fermati anche due passanti. «Siamo smontati e abbiamo cercato di aiutarlo», spiega Diop, senegalese residente a Zenson di Piave, «poi sono arrivati i sanitari e ci siamo messi a far passare le macchine in senso alternato, gestendo la circolazione». Più tardi sono giunti sul posto per i rilievi di rito anche i carabinieri di Mogliano e la polizia locale. Dopo le prime cure, attorno all'una e un quarto, l'elicottero del Suem si è alzato in volo alla volta dell'ospedale Ca’ Foncello di Treviso.
Ai presenti, nella speranza di non aver assistito all'ennesimo tributo di sangue di quella strada ormai maledetta, non è rimasto altro da fare che ricordare i numerosi precedenti: due anni fa un motociclista era morto nello stesso punto; nel 2009, un chilometro a nord, davanti a villa Braida aveva perso la vita un ingegnere padovano, a maggio di quest'anno un altro grave incidente in rotonda. Anni fa un anziano moglianese sbalzato dalla sua bicicletta a causa di uno spostamento d'aria causato da un mezzo pesante finì nel fosso laterale e morì affogato, tragica sorte anche per un senegalese in bici travolto nel 2005 da un carro attrezzi. Una lunga scia di sangue.
Matteo Marcon
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