Commemorata Cristina Pavesi martire della mafia del Brenta

CAMPOLONGO. «Cristina Pavesi una ragazza santa perché martirizzata dalla ferocia della mafia del Brenta, Questa ragazza non ha potuto vivere la sua vita accanto ai suoi familiari per colpa della...
CAMPOLONGO. «Cristina Pavesi una ragazza santa perché martirizzata dalla ferocia della mafia del Brenta, Questa ragazza non ha potuto vivere la sua vita accanto ai suoi familiari per colpa della mafia e del dio denaro, ragazza sacrificata per un pugno di monete, tradita dai suoi simili in nome della violenza».


Queste le parole pronunciate ieri da don Pietro Sigurani alla commemorazione di Cristina Pavesi a 27 dalla morte per mano della banda dell’ex boss Felice Maniero. Erano presenti il Procuratore capo di Treviso Michele dalla Costa che all’epoca si occupò del caso, i carabinieri di Campagna Lupia e la Guardia di finanza di Mirano e il vicesindaco di Stra Cristina Borgato.


Per il Comune di Campolongo c’erano l’assessore alla cultura Mattia Gastaldi, e quello alla sicurezza Luca Callegaro. Don Pietro Sigurani è noto ai più per essere il sacredote della parrocchia di Sant’Eustachio di Roma, situatat tra Senato, Parlamento e Presidenza del consiglio, che si trasforma ogni giorno in mensa per i poveri ed i più disagiati. Don Pietro ha esortato le autorità civili presenti ad impegnarsi di più per il sociale e verso chi non ha nulla. «Commemorazione», ha detto il sacerdote, «significa ricordo e noi abbiamo ricordato Cristina Pavesi e la sua morte e la vogliamo ricordare sempre, perché la mafia qui in questo tessuto sociale non debba più minimamente attecchire».


Alessandro Abbadir


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