Cinema e Candiani nella piazza culturale 400 mila presenze

MESTRE. «Per il rilancio di Mestre attraverso la cultura non va dimenticato l’apporto del cinema. Il sistema creato dalla multisala, assieme al centro culturale Candiani, è arrivato ad attirare 400 mila presenze l’anno».
Parola di Gianantonio Furlan, proprietario della multisala Img di piazzale Candiani e attento osservatore della terraferma mestrina, nonché imprenditore che ha legato la sua fortuna personale al cinema.
Nel dibattito sul centro di Mestre da rivitalizzare a suon di festival e iniziative culturali, Furlan ha varie cose da dire: «Ognuno fa la sua parte ma non si può più dire che a Mestre mancano occasioni. Perché non è vero. Il teatro Toniolo ha risultati eccezionali e il cinema non scherza: la mia previsione annuale di superare le 300 mila presenze è confermata, arriviamo a 310 mila. E se consideriamo il centro Candiani, che annualmente fa dalle 50 alle 70 mila presenze, assieme sforiamo le le 400 mila l'anno nel piazzale riqualificato».
Mica male.
Furlan spiega che la multisala cinema sta sempre di più aprendosi ad opportunità diverse, grazie al satellite. Come l’opera o il teatro che viene proiettato dai grandi palcoscenici mondiali e si può vedere al cinema. «La “Norma” è andata abbastanza bene. Proponiamo questi eventi nei giorni feriali e non è facile riempire la sala ma ottanta persone come inizio non sono male. Abbiamo articolato una programmazione extra strutturata e vogliamo mantenere la vocazione di ospitare anche eventi di altro tipo», dice Furlan. E continua: «Serve il cinema ma cresce l’offerta live: dai balletti del Bolschoi e della Royal Opera house e poi il teatro inglese di Brannagh e le rassegne in lingua di Shakespeare. Puntiamo anche sui documentari, da quelli della Mostra del cinema, come la vita di Siffredi o le bande giovanili raccontate da Santoro. E apriamo all'arte moderna: abbiamo iniziato con Marina Abramovich. Offerta che appartiene di diritto alla cultura mestrina». Anche Furlan si accorge che solo gli eventi di qualità aiutano Mestre a risollevarsi. «La città la vedo più animata il venerdì e sabato: ristoranti e bar sono frequentati. Bene». Non va bene il commercio (e infatti l’ex Excelsior resta in attesa di un futuro). «Le attività commerciali sono bloccate da varie pregiudiziali. A Mestre non si investe perché la città fa paura e c’è il problema degli affitti, per molti inaccessibili, ma nel mio caso io li ho calati i prezzi di locazione per garantirmi spazi occupati e non vuoti, visto che la sensazione è che le cose non cambieranno ancora per molto». E i problemi più urgenti da risolvere rimangono insoluti, dice l’imprenditore cinematografico mestrino.
«Il bubbone Ex Umberto I, temo che ce lo terremo a lungo. Quella operazione la vedo male. Piuttosto sarebbe urgente isolarlo dal centro città e il Comune dovrebbe fare di più per allestire al meglio il parcheggio, ampliandolo ulteriormente. Sia chiaro: oggi è il più frequentato del centro ma non ha le condizioni minime di decoro. Seconda urgenza: le Ztl vanno riviste perché sono un retaggio del passato e la causa della inaccessibilità di Mestre. Chi non vive a Mestre dice che è impossibile muoversi. E neanche questa amministrazione sembra comprendere davvero che occorre togliere le Ztl per rivitalizzare Mestre, facendola diventare più gradevole».
Mitia Chiarin
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