Ci cascò pure l’esperto di finanza che convinse i clienti a denunciare

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L’unico a rendere interrogatorio, ieri mattina, dei primi quattro indagati sotto torchio, è stato il 33enne vicentino Giulio Benvenuti, consulente finanziario. Volto angelico, occhi cerulei incorniciati da capelli biondi lunghi e vaporosi, è arrivato in compagnia di due avvocati. Non a caso. Perché la sua storia è davvero singolare. L’avvocato che aveva nominato di fiducia, Aldo Pardo, si è trovato costretto a revocare il mandato per conflitto di interessi (poiché difende numerosi querelanti) ed è subentrata Laura Pagotto.

Proprio Benvenuti, infatti, ha consigliato l’avvocato Pardo a una quarantina di clienti di Fabio Gaiatto, per il quale il giovane aveva lavorato. Li ha mandati al legale quando ha intuito che c’era qualcosa che non andava nell’affare del Forex. All’inizio, però, ci era cascato pure lui, nonostante la sua esperienza di consulente finanziario. Ha investito il suo denaro, lo ha fatto persino suo padre. Si fidava di Gaiatto: lo aveva convinto mostrandogli sul computer gli andamenti delle valute e le operazioni che facevano. Il problema, come gli inquirenti hanno scoperto, è che i dati venivano inseriti nel sistema dallo stesso Gaiatto. La Finanza ha accertato che tali dati non corrispondevano, invece, a quelli dei canali ufficiali.

La misura cautelare degli arresti domiciliari ha comprensibilmente stupito non poco Benvenuti. Quando lavorava per Gaiatto, secondo gli inquirenti, il giovane consulente finanziario ha procacciato 140 clienti, per un totale di investimenti pari a più di 3 milioni di euro, incassando 470 mila euro. Guidava la Range rover sport messa a disposizione della società di Gaiatto.

È rimasta in silenzio, invece, Claudia Trevisan, 47 anni, residente a Fossalta di Portogruaro. Elegante nel suo completo bianco, Trevisan, assistita in mandato congiunto dagli avvocati Vincenzo Arcidiacono e Giorgio Dussin del foro di Treviso, aveva gli occhi lucidi. Gli arresti domiciliari l’hanno colta di sorpresa. Impossibile rendere interrogatorio prima di studiare i faldoni dell’inchiesta della Guardia di finanza, durata due anni e condensata in più di una decina di raccoglitori. L’avvocato Arcidiacono però ha precisato che la sua assistita nega qualsiasi coinvolgimento nell’associazione per delinquere e nella commissione dei reati a lei contestati: era una semplice dipendente, lavorava per Gaiatto e non aveva alcuna idea che l’organizzazione messa in piedi non fosse in regola.

La Guardia di finanza inquadra Trevisan come una procacciatrice di clienti: 154, per 2 milioni e mezzo di investimenti e poco più di 381 mila euro di provvigioni. Le difese ora valutano il riesame. Intanto oggi è atteso il prossimo round: altri cinque indagati (Massimiliano Vignaduzzo, Marco Zussino, Luca Gasparotto, Ubaldo Sincovich, Massimiliano Franzin). —

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