L’allarme del Cogevo: «A Chioggia vongole nostrane solo nel 2028 se ancora ci saranno pescatori»
La previsione drammatica di Boscolo Marchi (Cogevo): «L’ultima speranza è che attecchisca la semina da Civitanova Marche»

«Ma quale Natale o Pasqua, avanti di questo passo si potrà a tornare a pescare solamente nel 2028 o 2029». La previsione drammatica del presidente del Co.Ge.Vo. di Chioggia, Michele Boscolo Marchi, lascia davvero poche speranze al futuro di un mestiere che sembra essere giunto ai titoli di coda, nonostante gli sforzi fatti da tutti che tenerlo in vita.
«La prossima primavera» spiega Marchi «faremo una ulteriore semina, con vongole che importeremo da Civitanova Marche e se non ci sarà morìa, come lo scorso anno, ci vorranno almeno due anni affinché queste possano raggiungere una misura idonea per la riproduzione e quindi possano essere pescabili. Il problema è: quanti pescatori ci saranno nel 2029? Siamo di fronte a un disastro sociale che rischia di travolgere molte famiglie».
Dall'Università Ca’ Foscari, il docente di Ecologia Fabio Pranovi, punta il dito contro la decisione europea di ridurre la taglia minima pescabile, le acque troppo calde e povere di nutrienti che stressano troppo i molluschi e critica i consorzi che puntano su un'unica specie.
Tuttavia il sistema dei Co.Ge.Vo. è da sempre uno dei modelli più apprezzati proprio per il loro metodo di pescare solo in base alle richieste del mercato, con quantità stabilite prima di ogni battuta di pesca, un sistema che ha sempre funzionato e dato risultati eccellenti, garantendo la continuità della tradizionale pesca alle vongole di Sottomarina.
«Magari non sarebbe maleconfrontarsi anche con i diretti interessati, noi siamo disponibili» afferma Boscolo Marchi «La realtà è che siamo a casa da 13 mesi, in mare non c'è nulla, nemmeno il seme, il mare è un deserto di sabbia».
Sulla mancanza di nutrienti in acqua c'è una visione molto simile. «Le alluvioni del 2023 e del 2024» spiega il presidente del Co.Ge.Vo.
«Hanno portato una quantità enorme di acqua a mare. L'acqua oggi è cristallina, poco torbida, segno che manca il fitoplancton, sostanza di cui si nutrono le vongole. Non trovando nutrienti, i molluschi muoiono. Le colpe sono molteplici: dalle grandi aziende che stanno a monte dei fiumi, alle dighe soffolte sul litorale, alle lunate che cambiano il corso delle correnti, come pure il terminal gasiero che pulisce le tubature con un liquido che poi finisce in mare, anche se poi è semplice dare la colpa ai pescatori. Intanto perdiamo un altro Natale, che tradotto significa altri 3 o 4 milioni di euro di mancato incasso. Ma a rischio c'è molto di più: la nostra stessa sopravvivenza». —
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