Chioggia, crisi verso la resa dei conti in Consiglio. Fdi: «Noi non faremo da stampella»

I capigruppo di Pd, M5S e Obbiettivo Chioggia a confronto per fare uscire il sindaco allo scoperto. Fratelli d’Italia: «Dialogheremo con le forze del centrodestra locale, nessun sostegno ad Armelao»

Elisabetta B.anzoletti
Il consiglio comunale
Il consiglio comunale

 

Cinque consiglieri di opposizione potrebbero richiedere il Consiglio della “resa dei conti”. Un’ipotesi su cui stanno riflettendo Pd, M5S, Obbiettivo Chioggia per andare alla conta e scoprire se esiste o meno ancora una maggioranza e, nel caso, da chi sia sorretta.

La crisi non accenna a chiudersi, complice anche la scadenza elettorale regionale che impone ai partiti di centrodestra di non rompere gli idilli, e una soluzione per costringere il sindaco Mauro Armelao a palesare le carte potrebbe essere quella di portarlo in aula.

Obbiettivo Chioggia ha richiamato nei giorni scorsi il presidente del Consiglio, Beniamino Boscolo Capon, a convocarlo per non rendersi «complice della disfatta», ma Capon ribalta l’accusa ricordando all’opposizione che può richiedere il Consiglio anche un quinto dei consiglieri, quindi cinque nel caso specifico.

«Le accuse di Obbiettivo Chioggia sono politicamente volgari», spiega Boscolo Capon, «per i toni che poco si addicono al dibattito istituzionale. A beneficio della chiarezza e del rispetto delle prerogative di ciascun organo, è opportuno ricordare che il Regolamento del Consiglio comunale, all’articolo 29, stabilisce in modo inequivocabile la possibilità per un quinto dei consiglieri di richiedere la convocazione di un Consiglio indicando altresì gli argomenti da trattare e assumersi la responsabilità dell'atto. Dopo quattro anni ritengo che un consigliere comunale sia preparato e soprattutto sia consapevole dell’esercizio che tale prerogativa comporta, anche sul fronte della responsabilità politica e amministrativa.

Ogni richiesta dovrebbe nascere, non da esigenze di visibilità ma per l'interesse della comunità. Infatti, un Consiglio rappresenta un momento alto della vita democratica, ha anche dei costi di organizzazione che pagano i cittadini. È quindi doveroso che ogni convocazione risponda a motivazioni solide con contenuti di reale utilità. Se il Consiglio dovesse invece ridursi solo a un “teatrino” politico, privo di proposte concrete o di prospettive, mancate decisioni e assenza di soluzioni per le questioni della città, sarà legittimo chiedersi, e chiedere a chi ne ha promosso la convocazione, quale valore aggiunto abbia prodotto per la collettività e per l’immagine dell’istituzione».

Sull’ipotesi di richiedere un Consiglio per far uscire allo scoperto il sindaco in effetti i capigruppo di Pd, M5S e Obbiettivo Chioggia si stanno confrontando. E’ chiaro ormai che il sindaco stia temporeggiando e, a meno di provvedimenti urgenti, non c’è alcuna intenzione da parte della maggioranza di convocare un Consiglio. Sull’ipotesi dell’iniziativa dell’opposizione FdI non si espone, ma ribadisce in modo chiaro che non farà da stampella a ciò che resta della giunta Armelao.

«Non sussiste alcuna intenzione di partecipare a incontri politici o interlocuzioni finalizzate a sostenere l’attuale maggioranza», spiega il segretario di FdI, Massimiliano Tiozzo, «Ogni ipotesi di confronto o collaborazione è destituita di fondamento. Fratelli d’Italia, coerente con i propri valori, non sostiene né intende sostenere l’amministrazione Armelao, la cui esperienza di governo locale non rappresenta da tempo ormai il centrodestra. Eventuali future riflessioni o momenti di dialogo con le forze del centrodestra locale potranno essere valutati solo quando il sindaco Armelao non sarà più alla guida della città». Il tutto quindi potrebbe prendere una piega diversa dopo le elezioni regionali, misurando anche i rapporti di forza. —

 

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