San Donà, giovani con coltelli e vigili armati: monta la polemica sulla sicurezza

Il servizio del Tg5 sulla polizia locale di San Donà riaccende la polemica sicurezza. L’opposizione accusa l’amministrazione di aver dipinto la città come una “Gotham City”, mentre assessori e sindaco difendono le nuove dotazioni e i dati sui reati in calo

Giovanni Cagnassi

I giubbotti anti taglio al comando della polizia locale e le nuove dotazioni sono finite anche al centro di un servizio su Mediaset, riaccendendo la polemica sulla sicurezza. Dall’opposizione gli attacchi dei consiglieri che ritengono sia stata proiettata una pessima immagine della città, mentre i commercianti sono innervositi.

Massimo Battistello, al Corso 39, è preoccupato: «La notte è pericolosa, abbiamo dovuto allontanare da soli tre sbandati».

Anche in consiglio si alza la tensione. «Il servizio del Tg5», spiega il consigliere del Pd, David Vian, «ha evidenziato un cortocircuito politico insostenibile per l’amministrazione. Due settimane fa il sindaco dichiarava alla stampa che “San Donà non è il Bronx”. In tv, invece, due suoi assessori si sono prestati ad una narrazione nazionale che dipinge la città come una “Gotham City” in stato di guerra, tra giubbotti antiproiettile e le armi. Militarizzare la polizia locale non è la soluzione. Il problema del disagio è educativo». Sulla stessa linea anche Gino Cuzzolin, di Città delle persone: «Il servizio, aperto con immagini di risse e pestaggi che non sono avvenuti nella nostra città, ha finito per associare San Donà a scenari che non ci appartengono», riflette Cuzzolin. «Questo accostamento improprio getta un’ombra sulla comunità.

Abbiamo un dialogo con cittadini e così comprendiamo quanto la percezione di insicurezza sia cresciuta. L’amministrazione aveva puntato sulla sicurezza, ma sono loro stessi ad ammettere che la situazione oggi è peggiore di come era prima di loro. San Donà ha bisogno di serietà, non di spettacolarizzazione».

L’assessore sotto i riflettori, Simone Cereser, replica: «L’aumento dei sequestri di coltelli, in tutto 15, è avvenuto grazie ai metal detector, a dimostrazione che la tecnologia permette di garantire sicurezza. Nelle grandi città ci sono questi problemi e San Donà è un esempio di buona amministrazione. In passato le tv sono arrivate per le baby prostitute».

Il sindaco, Alberto Teso, difende la sua posizione. «Che San Donà sia sicura lo dimostrano i dati», conferma il primo cittadino. «Non sono registrati fatti di sangue, i delitti contro la persona sono molto ridotti, i furti e reati predatori contro il patrimonio in costante calo. Spesso è un problema di percezione: siccome ci sono ragazzi che schiamazzano e importunano, qualcuno, che magari non è mai stato a Treviso o a Mestre di sera, grida al Bronx. Non lanciamo allarmi ingiustificati. Altra questione invece è la prevenzione. Stiamo dotando la polizia locale di strumenti di difesa e offesa, anche a fini dissuasivi, investendo sull’educazione, il sociale, gli educatori di strada». —

 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia