Centro disturbi alimentari «Pazienti in crescita del 40%»

PORTOGRUARO
Domani il Centro disturbi alimentari di Portogruaro, un’eccellenza riconosciuta a livello nazionale, compie 20 anni. Era infatti il 21 settembre 2001 quando venne aperto il primo ambulatorio in ospedale. La ricorrenza coincide con il compleanno del suo fondatore e direttore, il medico di Portogruaro Pierandrea Salvo. Domani compirà 59 anni: ne aveva 39 quindi quando venne avviato questo centro, che in un anno si prende carico di oltre 400 persone, la maggior parte provenienti da fuori regione. Ora la sede si è spostata, da via Resistenza a via Sommariva. In via Resistenza c’è l’istituto per ragazzi, la Casa delle Farfalle, la succursale in cui il Centro disturbi alimentari cura per determinati periodi ragazzi e ragazze affette da disturbi psichici legati all’alimentazione, bulimia o anoressia.
Attualmente vi lavorano 4 medici, 4 psicologi, 4 dietisti, e un totale di 30 persone, tra assistenti, educatori, infermieri. Da tre anni è attiva la comunità per adulti, ricavata in una villetta con giardino di viale Trieste, all’angolo di via Camucina. Si parla di un’eccellenza del Veneto, sostenuta da Usl 4 e dalla Regione. Con il Covid le richieste per farsi curare dal Centro disturbi alimentari sono notevolmente aumentate. «Rispetto al 2020 abbiamo un aumento del 40%», sottolinea Pierandrea Salvo, «mentre rispetto al 2019 registriamo un +22%. Sono tre i fattori che determinano a mio modo di vedere questa statistica. I riflessi del Covid, certamente, pesano sulle richieste; ma gli aumenti sono giustificati anche dalla continua richiesta proveniente da fuori regione, con pazienti che arrivano da più parti d’Italia; e infine una maggiore consapevolezza dei rischi legati a bulimia e anoressia, che convincono le famiglie e anche i soggetti adulti a rivolgersi a specialisti».
Si calcola che almeno il 90% delle richieste provenga da fuori regione. Intenso il rapporto con il reparto di Pediatria. Dieci anni fa con le vecchie schede ospedaliere il reparto dell’ospedale di Portogruaro avrebbe dovuto chiudere. Ma il territorio, in uno slancio bipartisan, sostenuto da associazioni piccole ma molto agguerrite come la Pro Pediatria di Mirco Cusan, ha lottato con il dialogo vincendo il braccio di ferro con la Regione per mantenere aperto il reparto e potenziarlo. «Il rapporto con Pediatria è strettissimo» aggiunge Salvo «la nostra filosofia è questa: i ricoveri in Pediatria devono avvenire in un tempo limitato, e per somme urgenze. Parliamo di ricoveri brevi».
La pandemia è quasi alle spalle, grazie ai vaccini, e le ragazze in cura alla Casa delle Farfalle hanno potuto riprendere le vecchie abitudini, come quella di andare in vacanza. Si è da poco conclusa l’esperienza alla Residenza Sant’Antonio di Bibione, di via Baseleghe 12, di proprietà della diocesi di Concordia Pordenone, Qui le ragazze hanno potuto svolgere varie attività e hanno potuto svagarsi, seguendo i consigli alimentari degli operatori. I loro sorrisi testimoniano un graduale ritorno alla vita normale e alla riconquista delle piccole cose: il bagno in piscina, la visita allo zoo di Lignano, lo stare insieme e una dieta finalmente consapevole. —
Rosario Padovano
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