Caserma Pepe e Celestia a rischio

La caserma Pepe e la Celestia (nella foto) nel mirino della Cassa Depositi e prestiti. Una richiesta già bocciata dal Comune e dal sindaco Orsoni, quando venne fatta contestualmente alla cessione dell’ex Ospedale al mare. Che adesso però l’organismo di Stato che ha il compito di vendere i beni demaniali torna a rilanciare. Senza sindaco e giunta la situazione potrebbe sembrare favorevole a chi vuole riprendersi l’ex convento della Celestia, per decenni sede dell’Archivio comunale e adesso destinato a ospitare tra l’altro nuovi appartamenti in Social housing. Ma anche la caserma Pepe, dove il Comune ha pronto un Piano di gestione con fondi europei del nuovo centro aperto al pubblico sulla solidarietà internazionale. Una trattativa ancora ferma, quella del federalsimo demaniale. Una legge prevede che tutti i beni non utilizzati dal Demanio possano essere passati di proprietà al Comune sulla base di progetti di gestione condivisi con l’Agenzia del Demanio. Un lavoro che cominciava a dare i suoi frutti nei mesi scorsi. Tra i beni destinati a passare di mano, per essere utilizzati a usi civili e sociali c’è il Forte di Sant’Andrea, insieme all’isola un tempo base militare. Nel «pacchetto» che il Demanio aveva già acconsentito a cedere a Ca’ Farsetti c’era anche l’Idroscalo, spazio naturale adatto alla sistemazione di barche, tra le Vignole e San Nicolò.
Adesso gli uffici del Comune e le associazioni che si occupano di questi problemi sono decisi a porre la questione al commissario. Insistere con il Demanio per avere a pieno titolo la proprietà dell’Idroscalo e di Sant’Andrea e poterli riconvertire a uso pubblico compatibile con la laguna, come già fatto alla Certosa.
E respingere le richieste della Cassa depositi e prestiti di mettere sul mercato beni preziosi per la collettività come la caserma Pepe del Lido e il complesso della Celestia.(a.v.)
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