Case mobili irregolari Sigilli al camping Jolly
MARGHERA. Il più grande e importante camping della terraferma veneziana è finito sotto sequestro. Nei giorni scorsi, infatti, la Polizia locale ha messo i sigilli al Camping Jolly di Marghera e il pubblico ministero di Venezia Francesca Crupi ha iscritto nel registro degli indagati per violazione delle norme comunali i titolari, Lauro e Giacomo Vannucchi e Claudio Cardini. I tre, tra l’altro, con i loro avvocati sono già ricorsi al Tribunale del riesame lagunare, che alla fine della scorsa settimana ha confermato il sequestro preventivo, respingendo il ricorso dei legali.
Nella pubblicità il Jolly viene indicato come il camping con una «posizione privilegiata, facilmente accessibile e raggiungibile da tutti i raccordi autostradali e dalla stazione ferroviaria di Mestre, che ne fa la base ideale per esplorare la meravigliosa città di Venezia e le ville venete lungo la Riviera del Brenta. Il Camping Jolly offre confortevoli bungalow e case mobili fino a quattro persone con servizi igienici privati e alcune con cucina».
E sarebbe proprio questo il problema: stando alle accuse, i titolari avrebbero installato un vero e proprio villaggio fatto di case mobili senza alcuna licenza commerciale. In particolare sarebbero 40, lunghe otto metri ciascuna, poste in otto file. Inoltre, sarebbero state costituite 28 piazzole.
Il blitz sarebbe stato compiuto approfittando della variante approvata in ottobre dalla giunta comunale, che aveva autorizzato l’ampliamento del camping di Marghera dopo la chiusura del campeggio Alba d’oro di Tessera, chiuso perché si trovava sulla rotta di atterraggio dei voli in arrivo all’aeroporto Marco Polo, situato quindi in un’area non idonea ad ospitare una struttura ricettiva. L’amministrazione municipale aveva autorizzato alcun i scavi e altri interventi e durante i lavori sarebbero comparse le nuove quaranta case mobili.
L’amministrazione di Ca’ Farsetti, prima di rivolgersi all’autorità giudiziaria, aveva, attraverso i vigili urbani, inviato ai titolari una diffida, in modo che potessero tornare sui loro passi. Non sarebbe accaduto e così è stata coinvolta la Procura della Repubblica. La pm Crupi ha chiesto e ottenuto dal giudice il provvedimento di sequestro, che è scattato nei giorni scorsi e che, ora. è stato confermato anche dai giudici del Tribunale della libertà presieduto da Patrizia Montuori. L’estate si avvicina e il rischio è che Venezia rimanga senza uno dei camping storici della terraferma, visto che se il sequestro si prolunga il Jolly non potrà aprire i battenti per la stagione. A meno che i titolari non rispettino le condizioni imposte con la diffida.
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