«Caro Crozza, vieni a vedere il nostro litorale»

Parco Turistico e Comitato No Grandi Navi scrivono al comico: ti spieghiamo i veri problemi 
13/06/2014 Roma. Palalottomatica. Spettacolo teatrale Crozza delle Meraviglie. Nell foto Maurizio Crozza
13/06/2014 Roma. Palalottomatica. Spettacolo teatrale Crozza delle Meraviglie. Nell foto Maurizio Crozza
CAVALLINO. «Cavallino-Treporti non può fare più presenze di Napoli». È il succo della critica satirica che il comico Maurizio Crozza ha messo in scena su Canale 9 nell’ultima puntata serale della stagione 2017 del programma televisivo “Fratelli di Crozza”. «Fra le 50 città d’Italia che registrano più presenze turistiche solo sei sono del sud», aveva specificato Crozza durante lo show,«prima di Napoli vengono Jesolo, Caorle e Cavallino-Treporti. Ora, Cavallino-Treporti sarà anche meraviglioso, ma non si è mai sentito Pino Daniele cantare una canzone dedicata a Cavallino-Treporti».


Per questo affondo che sta facendo molto discutere sul litorale una lettera congiunta del Comune di Cavallino-Treporti e del Parco Turistico ha invitato il comico genovese a visitare le bellezze della località leader europea per i camping e seconda spiaggia d’Italia per presenze turistiche. «È un peccato che sia stata l’ultima puntata del programma», ha fatto notare il presidente del Parco Turistico, Paolo Bertolini, «altrimenti Crozza avrebbe avuto la possibilità di rimediare parlando di Cavallino-Treporti in altri termini».


«Caro Crozza», hanno invece rilanciato dal comitato “No Grandi Navi a Punta Sabbioni” con un’altra lettera inviata al comico, «desideriamo innanzi tutto ringraziarti per le belle risate che ci regali. Nonostante il tuo tono fosse un po’ canzonatorio ci ha emozionato sentirti parlare proprio di noi. E abbiamo subito pensato che ci piacerebbe tanto averti qui nostro ospite. Se tu venissi nel nostro litorale», si legge in un altro punto della lettera, «ti parleremmo del nostro incubo: un porto grandi navi da crociera che i cattivi di turno, in questo caso Duferco, vogliono costruire proprio qui, nel nostro paradiso, devastandolo irrimediabilemente».


Francesco Macaluso


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