Cantiere finito all’hotel Gritti: un restauro da 35 milioni per camere e suite sul Canale

Quindici mesi di lavori, sedici nullaosta della Soprintendenza, quattromila pezzi catalogati e riportati: il 31 gennaio la grande riapertura. L’albergo è il gioiello veneziano della Luxury Collection del Gruppo Starwood. Una suite può costare 9500 euro al giorno. Tessuti Rubelli per le tappezzerie. Dieci camere in meno per poter ingrandire le suite. Chi volesse può prenderne cinque insieme e vivere in 500 metri quadrati. Realizzata una vasca antiacqua per salvarlo dalle periodiche inondazioni. Quasi tutte veneziane le ditte intervenute, americani di Donghia Associates gli arredatori
Pivato Interpress/Tagliapietra Venezia 07.12.2012.- Visita all'interno del Gritti Palace Hotel.
Pivato Interpress/Tagliapietra Venezia 07.12.2012.- Visita all'interno del Gritti Palace Hotel.

VENEZIA L'hotel Gritti riapre perfettamente all'asciutto, sigillato in una vasca anti-acqua alta che lo proteggerà dalle maree eccezionali, medie e formato pozzanghera. Riapre dopo 15 mesi di restauro, un investimento di 35 milioni di euro, 16 nullaosta da parte delle Sovrintendenze e il lavoro pazzesco di centinaia di operai e artigiani che, pezzetto dopo pezzetto, l'hanno interamente smontato, portato altrove per far riparare i lampadari, lucidare gli specchi, rinfrescare le tappezzerie, pulire gli argenti, lustrare i marmi e poi ricombinato insieme, come un gigantesco puzzle regale.

La prima a essere composta nuovamente è stata la suite che fu di Hemigway: 100 metri quadrati di pura luce affacciati sul Canal Grande che ha ritrovato gli stucchi originali, le stoffe di quel verde e oro che solo a Rubelli riescono, i lampadari che rischiararono le notti alcoliche dello scrittore e la porzione di cielo che vedeva dal letto; una suite che era anche un po' la sua casa e che ha trovato l'immortalità nelle pagine di “Al di là del fiume e tra gli alberi”. Costa come un viaggio alle Maldive _ 9.500 euro a notte, Iva inclusa _ però vuoi mettere l'incanto di svegliarsi nella storia.

La storia del Gritti, e cioè la somma dei passi, il peso delle chiavi delle camere, il tintinnio dell'argenteria, l'odore del legno, il freddo dei marmi, il calore dei tappeti, la solennità degli ascensori, i bisbigli dei camerieri, la pesante porta d’ingresso aperta da mani inguantate e subito richiusa dietro il manto della discrezione. Tutto questo, oltre naturalmdente alla Luxury Collection Hotels & Resorts (Gruppo Starwood) e alle Sovrintendenze, sembra stare immensamente a cuore anche ai clienti dell'albergo i quali, per paura di non ritrovare quello che avevano lasciato, hanno iniziato a inondare la direzione di mail, sempre garbate, ma anche un po' puntute, per sapere come sta il bancone della recéption, se la facciata sarà sempre di quel bianco uovo che non era né troppo bianco né troppo giallo, che colori troveranno nelle camere del primo piano. Insomma, un filo d'ansia c'era e allora per rasserenare tutti, americani e russi, arabi e francesi, la direzione ha creato un blog nel quale rende conto quotidianamente di come il Gritti si stia preparando ad entrare, nuovo ma antico, classico ma tecnologico, il cuore nel passato e la testa nel futuro, nella sua seconda vita con 61 camere e 21 suite.

L'appuntamento con la città è fissato per il 31 gennaio. Il giorno seguente l'albergo riaprirà ai clienti. Quattro settimane di tempo e dovrà tutto essere a posto. Lo scintillio dell'inaugurazione è ora nelle mani dei 150 operai che mediamente lavorano nel cantiere per la Veniceplan Ingegneria srl, la società che ha seguito il progetto nella sua globalità, e in quelle degli artigiani delle ditte – quasi tutte veneziane – che hanno portato il loro contributo. Erminio Asin i terrazzi alla veneziana, Giovanni e Vincenzo Barbini gli specchi, la vetreria artistica Galliano Ferro i lampadari, Belliato i serramenti, la ditta Tonon i lavori edili, meccanici ed elettrici, e Rubelli i tessuti scelti metro per metro dall'interior designer Chuck Chewing dello studio americano Donghia Associates, che fa capo all’azienda tessile arrivata alla sua quinta generazione senza un plissé.

Entro fine mese dovranno ritornare a Santa Maria del Giglio i 4 mila pezzi catalogati e portati via un anno e mezzo fa prima dell'inizio dei lavori, inclusi i 1.200 elementi tra appliques e lampadari che erano andati rotti o persi o rubati. Sì, perché l’ammirazione di alcuni clienti nei confronti dell'albergo si è sublimata anche nel furto. Un souvenir del Gritti resta sempre un souvenir del Gritti. Già prenotata da mesi la suite di Hemigway che è stata riportata dov'era in origine e cioè sul Canal Grande. In finitura d'arrivo la suite Fenice, bianca, crema e oro, dalla quale si vede il tetto del teatro e che, in suo omaggio, è tappezzata con la stoffa Rubelli che riveste le pareti delle Sale Apollinee. Cameriere al lavoro nella suite Guggenheim, sette finestre dalle quali si vede Ca' Venier dei Leoni: fu al Gritti che la collezionista americana volle festeggiare i suoi 80 anni e l’albergo la ringrazia della fiducia dedicandole una camera. Sposta di qua, allarga di là, la Luxury Collection Hotels non ha badato alle miserie della conta dei metri quadrati perdendo così dieci camere a beneficio della magnificenza delle suite.

Per chi volesse strafare c'è anche la possibilità di metterne in fila cinque e avere a disposizione un appartamento di 500 metri quadrati. Basta chiedere. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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