Cancro ai polmoni, muore mamma di 45 anni

BIBIONE. Soltanto l’11 ottobre scorso aveva pianto la scomparsa del padre. Ieri gli ultimi suoi pensieri sono stati per la figlia di 10 anni e per Bibione, la città in cui è cresciuta, spegnendosi in serenità all’ospedale di Pordenone dove era ricoverata.
Lutto in tutto il litorale: è morta ieri sera all’età di 45 anni Katia Migotto, figlia di Vittorio, con cui ha gestito il noto ristorante pizzeria L’Ippocampo. Nei mesi invernali l’imprenditrice viveva a Cordenons. Questa mattin la madre di Katia, Maria Teresa incontrerà i delegati delle onoranze funebri Duomo, per fissare la data delle esequie. Katia Migotto era malata da anni. Il tumore l’aveva aggredita ai polmoni. Fino a quando era nel pieno delle forze era presenza fissa all’Ippocampo. Il locale è uno dei più conosciuti a Bibione: venne fondato in piazzale Zenith da Vittorio Migotto, negli anni ’60. Lui era originario di San Stino, come le storiche famiglie Basso e Panzarin, e trovò a Bibione un vero e proprio Eldorado. Con l’avanzare dell’età Vittorio si era affidato alla moglie Maria Teresa, e ai figli Matteo e Katia, proprio mentre lui intraprendeva con successo la carriera amministrativa, diventando anche assessore al comune di San Michele. È stata la madre di Katia a informare la comunità che la figlia era mancata. Tra i primi a essere avvertiti Giuseppe Morsanuto, attuale presidente della delegazione Ascom di Bibione, amico da sempre di Katia Migotto.
«Negli ultimi tempi», ricorda emozionato, «ci sentivamo solo via messaggio. Era un modo discreto per starle vicino. Sapevo che la situazione ormai era disperata». Nonostante questo, Katia ha gestito fino all’ultimo il suo profilo facebook. La notte di Natale, allegando una sacra immagine della Rappresentazione, ha voluto porgere gli auguri di Buon Natale agli amici e ai conoscenti. È stato il suo addio. «Di lei conserverò il ricordo di una persona meravigliosa», conclude Morsanuto, «Katia era una donna determinatissima che raggiungeva tutti gli obiettivi che si prefissava. Le dava tanta forza la sua famiglia. In questo momento drammatico il mio pensiero e il mio affettuoso abbraccio vanno al suo compagno, anche lui ristoratore nella nostra città; alla madre, al fratello e alla sua bambina. Perdiamo, noi commercianti, una figura di primo piano».
Con Migotto scompare un pezzo della Bibione spensierata di un tempo, dove realizzare i propri sogni era ancora possibile. Quello di gestire una pizzeria, Katia, in fondo lo aveva realizzato. —
Rosario Padovano
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