Camponogara chiede i danni dopo i due temporali

CAMPONOGARA. Il Comune di Camponogara ha chiesto alla Regione lo stato di calamità naturale per i danni subiti a causa del maltempo dello scorso 8 luglio. Ad annunciarlo è il sindaco Giampietro Menin...

CAMPONOGARA. Il Comune di Camponogara ha chiesto alla Regione lo stato di calamità naturale per i danni subiti a causa del maltempo dello scorso 8 luglio. Ad annunciarlo è il sindaco Giampietro Menin a 10 giorni dal fortunale che ha colpito in pieno il suo comune. Nel resto della Riviera soprattutto nell’area sud sindaci e associazioni degli agricoltori stanno continuando a fare la conta dei danni nel settore primario dopo il temporale di domenica 15 luglio che si somma a quello dell’8.

«Ho appena inviato la lettera alla Regione», dice Menin, «chiediamo lo stato di calamità. Abbiamo avuto danni per oltre 100 mila euro a scuole, cimiteri, strade e lampioni. I danni alle colture in certe aree dove stavano crescendo vigneti di prosecco e merlot sono stati imponenti nell’ordine di decine di migliaia di euro. Sono vigneti e vitigni che vanno a portare prodotto alla nota Cantina Sociale di Premaore una delle tre che insieme a quelle di Noale e Dolo, produce il doc della Riviera del Brenta».

Anche a Campolongo in questi giorni, il sindaco Andrea Zampieri ha fatto il giro per capire quali danni hanno provocato sia le grandinate dell’8 luglio che quelle di domenica scorsa: «In agricoltura nel nostro comune», spiega, «sono state colpite soprattutto le colture di mais e i vigneti in crescita soprattutto nelle frazioni di Liettoli e Campolongo».

Conta dei danni in agricoltura in questi giorni anche a Mira, nell’area sud cioè fra Giare e Dogaletto dove si pratica agricoltura estensiva con la crescita di vigneti a prosecco e cabernet e pinot.

Continuano infine le perizie e la conta dei danni da parte di Confederazione Italiana Agricoltori (Cia) che subito dopo il fortunale aveva stimato i danni da grandine dal 30 al 50% per i vigneti, sino al 50% per il mais a causa del delicato periodo di fioritura, dal 20 al 30% su soia al netto del possibile ricaccio, cioè di una nuova germogliazione. —

Alessandro Abbadir .

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