Cambi d’uso, anche palazzo Balbi in lista

Il palazzo sul Canal Grande messo in vendita dalla Regione. Ma è il Comune che deve dare il via libera
Palazzo Balbi ennesimo albergo. Il piano di vendite approvato dalla Regione solleva polemiche. La storica rappresentanza della giunta regionale, edificio di pregio del Settecento in Volta de Canal, a fianco di Ca’ Foscari, potrebbe trasformarsi presto in una nuova struttura ricettiva per turisti. Un destino già visto per tanti altri edifici pubblici dismessi o venduti, tra cui poco lontano l’ex sede Actv di San’Angelo, l’hotel a sette stelle Aman a palazzo Papadopoli, dove erano Cnr e Provveditorato agli Studi. Come rallentare l’invasione? «La nuova delibera sul blocco dei cambi d’uso ci dà qualche arma in più», ha detto nei giorni scorsi il sindaco Luigi Brugnaro a una riunione di tecnici in Comune. Non è un vero “blocco”, ma una nuova norma che prevede ad esempio la valutazione da parte del Consiglio comunale di casi particolari. E il pagamento di oneri più alti, compresi quelli per i parcheggi, mai applicati nel centro storico. Per gli affittacamere e i bed and breakfast la concessione non sarà più “automatica” al di sotto dei 200 metri quadrati, come previsto dalla strumentazione urbanistica vigente.


Ma se ci sarà la volontà politica anche trasformazioni in altre casi concessi in modo automatico di grandi palazzi dovranno essere sottoposte alla valutazione della città. È il caso di palazzo Balbi, uno dei più importanti edifici sul Canal Grande, che adesso la Regione vuole vendere per trasferire uffici e sede nel palazzo Compartimentale delle Ferrovie, acquistato una decina di anni fa. Stessa sorte potrebbe subire e palazzo Gussoni, edificio cinquecentesco all’incrocio tra rio di Noale e Canal Grande, adesso sede degli uffici del Tribunale amministrativo regionale. Il Tar era stato sfrattato dal palazzo di campo della Fava, e oggi è a sua volta diventato un hotel.


Un groviglio che non lascia molte speranze per il prossimo futuro. «Ma con la delibera dei cambi d’uso», ha detto Brugnaro, «abbiamo un arma in più per condurre le trattative».


La discrezionalità contenuta nel provvedimento è stata però duramente criticata dalle opposizioni. Il sindaco ha ribaltato le accuse. «Avrà delle falle, ma fino a oggi non si era fatto nulla». Intanto vengono a maturazione tutti i progetti annunciati negli anni scorsi. Con la trasformazione dei tanti palazzi venduti per far cassa dal Comune e da altre istituzioni pubbliche. Cominciati intanto i lavori anche a palazzo Donà, in campo Santa Maria Formosa, già sede dei Servizi sociali comunali.
(a.v.)


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